In un momento come questo, in piena emergenza Coronavirus, anche don Davide Banzato si è dilettato con le dirette Instagram. Nei giorni scorsi ha condiviso alcuni pensieri con Filippo Neviani, in arte Nek. Questo è certamente il momento delle riflessioni, come evidenziato dal cantante, conscio delle volte in cui si è arrabbiato per dei motivi banali. “Adesso si rivedono le scale di priorità”, ha confermato anche don Banzato. Una problematica che spesso in passato spuntava solo di fronte ad un grande dolore, come evidenziato da Nek. “Bisognerebbe che ce lo ricordassimo tutti i giorni”, ha commentato il cantante. Ma cosa lascerà dentro di noi il Coronavirus? Ha replicato il sacerdote: “Dipenderà come sempre da cosa ciascuno di noi vorrà imparare”, ha spiegato. “Di fronte a Dio alla fine siamo soli”, ha aggiunto parlando della solitudine che in tanti in questo momento stanno provano. “Noi abbiamo una solitudine fondamentale e la domanda è: io cosa ho deciso di imparare da questa situazione? Posso strepitare oppure posso scegliere di impiegare bene il mio tempo, come consigliato da Papa Francesco”, ha proseguito. A noi, dunque, la scelta di mettere a frutto talenti e tempo. Per questo non si sente di dire “ne usciremo più forti di prima” perchè tutto dipenderà da ciascuno di noi.



CORONAVIRUS, DON BANZATO “INVESTITE IN PREGHIERA”: RIFLESSIONE CON NEK

“Siamo impotenti ma anche capaci di esercitare la propria libertà che incide sugli altri”: lo ha detto don Davide Banzato nella sua diretta Instagram con Nek sull’emergenza Coronavirus. Da questa situazione possiamo certamente imparare tanto. Nek ha voluto sottolineare come il Coronavirus non guardi in faccia nessuno. “Vogliamo spiegare a tutti il valore della preghiera? Che non c’è da vergognarsi, che è un momento di condivisione con se stessi, è un momento in cui si fa un esame di coscienza”, ha commentato l’artista, appellandosi proprio a don Davide Banzato. A suo dire, “la preghiera è un momento intimo che ognuno di noi deve coltivare dentro di sé”, ma è stato il sacerdote a rispondere a questa “domanda meravigliosa”. “La preghiera è un’arte, ma non basta il talento. Il talento dello spirito ce l’abbiamo tutti ma se non lo esercitiamo è come un muscolo, si atrofizza, se invece lo spirito lo nutri… ecco così è la preghiera, è respiro dell’anima, non è una pratica”, ha commentato. Quindi ha invitato a investire nella preghiera: “provate a investire nella preghiera, la preghiera è un dialogo del cuore con Dio che ti riempie e ti dona quella pace con cui poi riaffronto tutto e riesco a donare con forza”.