C’è una correlazione tra la tecnologia 5G e il coronavirus? Evidentemente sì per i soliti complottisti mai in vacanza, ma è chiaro che ci troviamo in presenza di una fake news. Nei giorni scorsi era diventato “virale” il video di un presunto antennista, rivelatosi poi essere Gian Marco Saolini, vera e propria autorità nel campo delle bufale, che imputava alle nuove radiofrequenze per la telefonia mobile la paternità del contagio, sostenendo che attraverso queste onde il virus si propagasse meglio. Ma non è soltanto l’Italia a dover fare i conti con le fake news: basti pensare che nel Regno Unito, in questi giorni, sono state sabotate decine di antenne. A domandarsi se dietro queste supposizioni vi sia qualcosa di scientifico o siano solo il frutto della malsana fantasia degli inventori di Bufale è stata la trasmissione Quarto Grado.
CORONAVIRUS E 5G, LA BUFALA SUL CONTAGIO: “ECCO DA DOVE NASCE QUESTA FAKE NEWS”
Il programma di Rete 4 condotto da Gianluigi Nuzzi ha intervistato Paolo Reale, esperto del settore in qualità di ingegnere informatico che ha dichiarato: “Non esiste nessuna evidenza scientifica, non esiste nessuno studio che dimostri una correlazione tra la propagazione del virus e le onde 5G”. Ma da dove nasce allora questa suggestione? Reale spiega: “Tutto dipende dal fatto che Wuhan, la città della Cina dove il coronavirus si è propagato per prima, sia una di quelle che ha più antenne 5G, almeno così ci dicono. Le onde elettromagnetiche non possono trasportare alcunché, sono semmai in grado di passare attraverso soggetti, edifici o altro ma non sono in grado di trasportare materialmente qualche cosa. Perché allora la tecnologia 5G è così osteggiata? Non ci sono ragioni, paradossalmente usa una potenza inferiore per trasferire più dati di quelli di generazione precedente.