Quale rischio reale corrono i pazienti asmatici con il Coronavirus? Una domanda molto frequente rispetto alla quale S. Cindy Xi, Professore di Medicina all’Università della California meridionale ed allergologa ha cercato di far chiarezza in un articolo pubblicato su The Conversation. Una delle maggiori preoccupazioni dei suoi pazienti asmatici è quella di poter essere contagiati dal Covid-19 a causa dei loro stessi inalatori. Altri dubitano della sicurezza dei nebulizzatori. Al momento non si sa ancora molto sul Coronavirus e su come questo possa influenzare su pazienti asmatici. Sulla base dei dati finora esistenti, emerge tuttavia che l’asma non dovrebbe aumentare il rischio di contrarre il virus anche se come malattia viene inclusa tra quelle ad alto rischio di “malattia grave” se si viene contagiati. Ma cosa significa esattamente “malattia grave”? Tra le complicazioni del Covid-19 viene indicata la sindrome da distress respiratorio acuto, grave malattia polmonare causata da danni agli alveoli. Spesso molti pazienti positivi al Coronavirus manifestano tale complicanza sulla quale ci sono ancora dubbi sul giusto trattamento. Tuttavia, non ci sarebbero prove che l’asma possa rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo della sindrome da distress respiratorio acuto se infettato da Covid19. A differenza della sindrome da distress respiratorio acuto, infatti, per l’asma ci sono dei trattamenti molto efficaci.



CORONAVIRUS E ASMA: I CONSIGLI DELL’ESPERTA

Ma cosa può fare un paziente asmatico per proteggersi? Intanto tenere sotto controllo l’asma con i consueti farmaci. Se dovessero insorgere eventuali sintomi respiratori i pazienti asmatici devono seguire il proprio piano personalizzato di trattamento e contattare il proprio medico. E’ importante non smettere di usare i farmaci corticosteroidi per inalazione per paura che possano avere conseguenze sul sistema immunitario. Sospenderli significa aumentare la probabilità di un grave attacco di asma e rendere più probabile una visita al pronto soccorso dove è alto il rischio di contrarre il Coronavirus. Preoccupazioni sono legate anche all’uso di nebulizzatori al posto di inalatori portatili. Il timore è che se usato da un paziente con infezione respiratoria, il nebulizzatore possa aerosolizzare goccioline contenenti virus, permettendo al virus di rimanere nell’aria più a lungo. In merito la dottoressa S. Cindy Xi ha commentato: “Si consiglia agli ospedali e ad altre strutture di ridurre l’uso di nebulizzatori per ridurre la diffusione del nuovo coronavirus”. In caso di pazienti asmatici, se la terapia nebulizzata appare più efficace è consigliato usarla in una stanza ben isolata. Cosa fare, inoltre, in caso di carenza di inalatori di albuterolo? Oltre a chiedere in farmacia una possibile alternativa è possibile chiedere al vostro medico curante un altro inalatore di salvataggio o albuterolo entro un anno dopo la scadenza (sebbene la potenza sia poco garantita). L’esperta consiglia per una maggiore sicurezza di mantenere sempre una fornitura di 30 giorni rispetto ai farmaci abituali per l’asma e fare riferimento alle consuete regole dell’isolamento sociale, igiene delle mani e disinfezione delle superfici. Un altro consiglio utile resta quello di prendersi cura della propria salute mentale.

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