Emergenza coronavirus, in Europa siamo ad un passo dalla pandemia: attualmente è attivo il terzo livello, il penultimo, e nei prossimi giorni potrebbero arrivare importanti novità da questo punto di vista. Ma cosa implicherebbe lo stato di pandemia? Inside Over ci spiega che non sono escluse più limitazioni alla vita come noi la conosciamo. Del resto anche il professor Ricciardi ha ammesso che l’Oms potrebbe chiedere ai singoli Paesi di fermare attività, anche se non c’è l’obbligo di adeguamento. C’è un altro però: «Essendo norme internazionali al pari di quelle Onu, il non adempimento implicherebbe l’elevazione di sanzioni». L’organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe anche inviare i suoi operatori per aiutare nella gestione della crisi, una sorta di “Caschi Blu con il codice bianco”. In tal senso, non è da escludere una “soluzione cinese”: l’Oms potrebbe dare il via ad una serie di blocchi sempre più stringenti a seconda delle varie zone di contagio, il cosiddetto contenimento selettivo. (Aggiornamento di MB)
PANDEMIA CORONAVIRUS: “LA SITUAZIONE PUO’ PEGGIORARE”
La pandemia è una possibilità concreta, infatti l’Oms spiega che per il Coronavirus serve un approccio mondiale. «La situazione può evolvere in pandemia e alcuni dicono che siamo quasi vicini a questo. Può essere vero, la situazione può peggiorare e diventare una pandemia», ha dichiarato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Ma cosa cambia con la pandemia? Il professore Andrea Cerase a Il Messaggero ha spiegato cosa cambierà nel concreto per i cittadini: «Dovremo seguire le indicazioni su come muoverci in sicurezza: come fare la spesa, prendere l’autobus o andare a trovare una persona malata». Ma non sarà facile: «Le reazioni sociali sono sempre molto imprevedibili, in questo contesto non è realistico aspettarci reazioni omogenee». Saranno le amministrazioni a dover comunicare le indicazioni pratiche sui comportamenti da tenere nella vita quotidiana. «Dobbiamo poterci fidare delle indicazioni che ci arrivano ma queste devono essere chiare e devono essere rispettate». (agg. di Silvana Palazzo)
CORONAVIRUS, È PANDEMIA? COSA CAMBIA
L’Organizzazione mondiale di sanità (Oms) è pronta a proclamare la pandemia per il Coronavirus. A dispetto delle dichiarazioni rassicuranti del direttore generale Tedors Adhanom Ghebreysus, la svolta sarebbe vicina. Cosa cambia? Vi abbiamo parlato della differenza tra epidemia e pandemia, ma è importante anche capire cosa cambia concretamente, a livello di misure. Questo si traduce in nuovi piani per impedire che il Covid-19 dilaghi, nuove restrizioni dunque. Le misure, secondo quanto riportato da La Stampa, possono variare: dallo stop alle attività produttive a limiti alla circolazione anche via terra. Potrebbero essere applicate in primis in Italia, visto che ha il maggior numero di casi dopo Cina e Corea del Sud. Era stato il ministro della Salute tedesco a rompere il tabù, definendo quella attuale una pandemia. Ma anche gli esperti dell’Oms sanno che si è ormai passati alla “fase sei”, che corrisponde al “periodo pandemico”. Secondo lo schema di classificazione delle epidemie, ci sono diverse misure per minimizzare l’impatto del Coronavirus e bloccarne la diffusione, ritenuta inevitabile.
PANDEMIA CORONAVIRUS? IL PIANO DELL’OMS
L’Oms proclamerà la pandemia entro 7, massimo 10 giorni, dalla sede di Ginevra. Lo scrive La Stampa, che ha sentito Walter Ricciardi, che fa parte dell’executive board dell’organizzazione. L’attesa sarebbe legata all’arrivo di dati consolidati anche dall’Africa e dall’America Latina. Il Covid-19 presenta già due criteri per essere definito pandemia: si diffonde tra le persone e può essere mortale. Il terzo è la diffusione su scala mondiale, che sarà raggiunto a breve, quando appunto ci saranno dati certi sui primi focolai africani e sudamericani. Per l’Oms, dunque, ci troviamo alla “fase cinque”, quella che corrisponde all’allerta pandemica, in cui la risposta è di contenimento. In teoria siamo ancora nella fase in cui si può ancora isolare una persona colpita e tracciare e mettere in quarantena i suoi contatti. Ma Ricciardi sostiene che stiamo già passando alla fase successiva, quella in cui bisogna ridurre il danno perché non si può più bloccare la diffusione del virus. In questa fase l’Oms può andare i suoi operatori in loco, come avviene con i caschi blu dell’Onu, e chiedere di attuare misure ulteriormente restrittive.