Un altro pilastro della fase 2 sarà sicuramente lo smart working: la task force incaricata dal Governo lo raccomanda fortemente per tutte le situazioni che permettono il lavoro da casa, per evitare che si formino subito assembramenti ma soprattutto per far essere graduale il ritorno nelle strade delle persone. Anche dopo il 4 maggio lo smart working reasterà dunque considerata la modalità “ordinaria” di organizzazione del lavoro negli uffici. E la ministra Dadone ha raccomandato di “consolidare il grande cambiamento” avviato e lasciare nel tempo il lavoro agile come “un’importante modalità organizzativa, almeno al 30%“. Insomma anche una volta completamente fuori dall’emergenza, lo smart working potrebbe essere mantenuto come metodo d’elezione per snellire la presenza nelle strade e negli uffici, anche per farsi trovare pronti in caso di improvvise recrudescenze del coronavirus. (agg. di Fabio Belli)
NO A MOBILITA’ TRA REGIONI
Mentre non sono pochi i negozianti che chiedono linee certe e riaperture rapide per la fase 2 dal 4 maggio in poi, sul “piano task force Colao” interviene a dare specifichi dettagli il direttore di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, professor Giovanni Rezza in collegamento con “L’Aria Che Tira” stamane su La7. «Il nemico è sempre presente, ha troppe ridotte ma può reclutare nuovi alleati», spiega l’esperto riferendosi alla non conclusione dell’emergenza coronavirus anche durante la prossima fase 2.
Secondo Rezza il contrasto nato tra Nord e Sud con lo scontro Lombardia-Campania resterà tale anche perché «Le regioni hanno il controllo del territorio, possono agire con più tempestività. Secondo me bisogna stare attenti alle mobilità tra aree ad incidenza diversa». Nei mesi passati, secondo il membro Iss, «è stato un eccesso di correttezza politica dire che non erano un problema gli arrivi dalla Cina, non era razzismo ma pragmatismo, quindi non bisogna avere remore nel dire ora che potrebbero essere un problema gli spostamenti tra alcune regioni. La mobilità tra un’area del Paese e l’altra va disincentivata». (agg. di Niccolò Magnani e Silvana Palazzo)
LE DATE (PROBABILI) DELLA FASE 2
Con la premessa che nulla di questo piano “Colao” sulla fase 2 è ancora ufficiale e che solo nel fine settimana sapremo dal Premier Conte quale sarà nello specifico la modalità di allentamento del lockdown, sono le date ipotizzate quelle forse più chiare a rendere la “road map” dei prossimi mesi per milioni di italiani. Dal 4 maggio, come detto, saranno possibili gli spostamenti tra Comuni e nella Regione, ma non tra le Regioni: con le possibili cene e visite da parenti e amici (ma sempre senza esagerare con la quantità di assembramento).
Sul fronte lavoro, sarà in realtà il 27 aprile il primo anticipo di Fase 2 con alcuni codici Ateco che saranno “sbloccati” dal Governo (è per questo motivo che Conte intende annunciare le linee guida già in questa settimana) per poter permettere alle aziende che già oggi sono in grado di garantire sicurezza, distanziamento e regole mediche (tramite autocertificazione e successivi controlli dei prefetti). Sarà poi, con ogni probabilità, dall’11 maggio che in maniera graduale potranno riaprire i negozi mentre il 18 maggio si pensa la riattivazione di bar e ristoranti: si pensa poi nella parte iniziale di questa fase 2 di poter rendere invece fin subito (ovvero dal 4 maggio) “allentati” i locali per le vendite di prodotti di asporto e take away. (agg. di Niccolò Magnani)
COME SARÀ LA FASE 2
Entro la settimana che si concluderà a breve, dovrebbe essere ufficializzata la Fase 2 dell’emergenza coronavirus, quella cioè del lento ritorno alla normalità dopo praticamente due mesi di lockdown. Come ormai detto e ridetto, il nuovo via scatterà da lunedì 4 maggio, fra circa una decina di giorni, ed allenterà le misure restrittive che in questi due mesi ci hanno accompagnato. Al di là delle attività produttive, che riprenderanno regolarmente e piano-piano la loro mole di lavoro, le persone si domandano se potranno finalmente uscire di casa. La risposta sembrerebbe orientata verso il sì, anche se, per il momento, bisognerà ancora capire come. In particolare, non è ancora ben chiaro se si potrà sconfinare dal proprio comune di residenza, cosa vietata ad oggi se non per motivi di lavoro o emergenze varie. La sensazione circolante, come scrive Quotidiano.net stamane, è che si potrà uscire dalla propria “zona” per fare visita a parenti e amici. Inoltre, si potranno invitare persone a casa, ma cercando di evitare assembramenti, di conseguenza, party, feste e via discorrendo.
CORONAVIRUS FASE 2: USCITE FRA GIOVANI IN DUE, SCUOLE CHIUSE
Per quanto riguarda l’uscita fra regioni, anche in questo caso sono poche le certezze, e inizialmente non dovrebbe essere consentito uscire dalla propria regione, per lo meno, fino a che i numeri dei contagi e delle vittime non si abbasseranno ulteriormente. Già perchè i dati saranno come sempre fondamentali ed è l’aspetto su cui preme di più il Comitato scientifico che lavora a fianco del governo e della Task Force di Colao. Se l’incremento giornaliero dei contagi scenderà sotto quota 2000 (lunedì erano 2.200, ieri sono tornati a salire), a quel punto si potrà allentare la presa anche sui cittadini, fanno sapere fonti governative come scrive Quotidiano.net, in caso contrario, il 4 maggio riapriranno solamente le attività industriali e parte di quelle commerciali, mentre per i singoli rimarranno i divieti attualmente in vigore. Particolare attenzione sarà dato alle uscite dei giovani, per cui si cercherà di vietare in ogni modo gli assembramenti, consentendo quindi di uscire due alla volta. Per quanto riguarda bar e ristoranti, questi riapriranno gradualmente e solo mantenendo distanze e utilizzando mascherine e guanti, mentre, per le scuole, gli scienziati sono assolutamente contrari alla loro riapertura nonostante varie pressioni di genitori e associazioni.