“Dio conosce quello che succede, ma non determina lui quello che succede”. Così l’ex arcivescovo di Milano Angelo Scola in una intervista pubblicata oggi su Repubblica, con a tema ovviamente il coronavirus, visto dai cristiani. A proposito delle polemiche per la decisione del suo successore di chiudere le chiese a Milano e in diocesi sospendendo di conseguenza ogni celebrazione eucaristica pubblica, Scola ha detto di essere totalmente d’accordo con Monsignor Delpini. Sul tema, approfondendo la psicosi, la paura che fa colpo anche tra i fedeli, l’arcivescovo emerito ha negato che dietro un evento come il coronavirus ci possa essere “il castigo di Dio”, come purtroppo ha detto anche qualche esponente della Chiesa.
CORONAVIRUS E FEDE, “DIO COMUNICA ATTRAVERSO I RAPPORTI CON GLI UOMINI”
“È una visione scorretta. Dio vuole il nostro bene, ci ama e ci è vicino. Il rapporto con lui è da persona a persona, è un rapporto di libertà. Certo, conosce e prevede gli avvenimenti ma non li determina. Quando gli chiedono se le diciotto persone morte sotto il crollo della torre di Siloe abbiano particolari colpe Gesù smonta la questione: “No, io vi dico, non erano più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme”. Per i cristiani Dio comunica attraverso le circostanze e i rapporti. Anche da questa circostanza potrà emergere un bene per noi. Fra i tanti insegnamenti la necessità di imparare a stare nella paura portandola a un livello razionale”. La paura, però, che ha suscitato il contagio, ha detto ancora, suscita la ricerca di un nemico a cui dare le colpe, l’avvelenamento dei rapporti sociali, “un po’ quanto accade oggi anche rispetto alle migrazioni”.