Gianni Infantino invoca un cambio del calcio in occasione di questa epidemia di Coronavirus, ma leggendo la risposta di Javier Tebas possiamo dire che la strada sarà tutta in salita. Infatti, secondo il presidente della Liga spagnola, se si vuole cambiare il calcio “cominciamo eliminando date Fifa dove ci sono partite che non interessano, partite del Mondiale che non interessano, Mondiale per club che non interessa”. Javier Tebas dunque risponde così a Gianni Infantino che (come potete leggere qui sotto) ha profilato la possibilità di trasformare lo stop per l’emergenza Coronavirus in una opportunità per “riformare il calcio mondiale”, con “meno tornei, ma più interessanti, forse meno squadre e meno partite, ma più equilibrate”. La sensazione è che tutti siano d’accordo in linea di principio, ma pretendendo che siano altri a tagliare. Tebas ha buon gioco a ricordare che la Fifa per prima non scherza con eventi sempre più grandi: il Mondiale a 48 squadre infuturo, il Mondiale per Club estivo che doveva partire l’anno prossimo… D’altro canto anche l’attività dei club è sempre più densa – la Spagna a gennaio ha vissuto un quadrangolare in Arabia per assegnare la sua Supercoppa; il business è sacro, e che siano gli altri a fare sacrifici. Al momento, ci sembra un dialogo fra sordi. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



IL CALCIO E IL CORONAVIRUS: L’ANALISI DI INFANTINO

Lo stop al calcio come allo sport in tutti gli angoli del globo per l’espandersi e l’aggravarsi dell’emergenza coronavirus porta certo gli appassionati come le alte sfere a interrogarsi su quello che sarà il futuro dello sport, e quindi anche del calcio. E’ questa la riflessione che fa questa mattina Gianni Infantino, presidente Fifa sulle colonne della Gazzetta dello sport, per cui la crisi è netta, ma potrebbe essere occasione per dare spazio a novità rivoluzionarie: “Si il calcio rischia la recessione. Serve una valutazione dell’impatto economico globale. Ora è difficile, non sappiamo quando si tornerà alla normalità. Ma guardiamo alle opportunità. Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro”.



LE AMBIZIONI DEL PRESIDENTE FIFA: MENO TORNEI MA…

Per il numero 1 del calcio mondiale dunque tale situazione di netta crisi per il mondo dello sport potrebbe essere occasione pure per introdurre novità sostanziali. Il progetto e l’ambizione certo non mancano: “Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute. Non è fantascienza, parliamone. Quantifichiamo i danni, vediamo come coprirli, facciamo sacrifici e ripartiamo. Ma salviamo tutti assieme il calcio da una crisi che rischia di essere irreversibile”. Questo il piano in ottica futura, la cui realizzazione pratica è per il momento ancora fumosa. Pure però si tratta di una prospettiva più concreta di quello che pensiamo: per via dell’emergenza coronavirus e delle sue conseguenze, si sta rivelando sempre più complicato chiudere questa stagione regolarmente e già si è fatta richiesta di un calendario più “snello” in futuro.



CORONAVIRUS, INFANTINO: RIPARTIRE A MAGGIO? PRIMA LA SALUTE

Il numero 1 della Fifa però non guarda solo al futuro e alle ambizioni, ma pure al presente e dunque anche sul tema de ritorno in campo, su cui si sta discutendo animatamente da tempo. Al presidente Infantino in tal senso non manca lucidità e realismo: “Ripartire a maggio? Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno”. “Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms”: questa la richiesta del numero 1 del calcio mondiale.