Si sta lavorando anche nel mondo della Formula 1 per la ripartenza, dopo lo stop imposto per l’emergenza coronavirus, e tra possibili calendari e nuovi accordi da stringere con i tracciati per disputare GP a porte chiuse, ecco che pure le alte sfere stanno stilando un protocollo sanitario da applicare per poter davvero ripartire col Mondiale. E a svelarci oggi quelle che dovrebbero essere le nuove norme che garantirebbero una ripartenza “in sicurezza” della Formula 1 è il professor Gerard Saillant, presidente della commissione medica della FIA (e ortopedico che operò Ronaldo dopo il grave infortunio al ginocchio), che in un’intervista a L’Equipe ha subito precisato che, in caso di nuovo contagio “il Mondiale non si fermerà”. Il medico francese , già ex responsabile del Psg ha affermato: “Non ci si fermerà: sarebbe come dire che chiudiamo la metropolitana perchè è stato trovato un passeggero positivo”. L’idea infatti della commissione medica è quella di fare della Formula 1 una specie di “bolla sanitaria” isolata, che andrà mantenuta libera dal virus grazie a test rapidi, tamponi a tappeto, repentini interventi di messa in isolamento dei positivi e applicazioni per tracciare gli spostamenti nel paddock, che sarà riservato comunque a un limitato numero di persone.
CORONAVIRUS FORMULA 1, IL PROTOCOLLO DI RIPARTENZA
Nel lungo intervento Saillant però precisa che le misure contenute nel protocollo medico, in via di definizione dalla FIA, dovranno poi essere man mano adattate ad ogni circostanza ed ad ogni Gran Premio. Il professore ha infatti aggiunto: “Se un circuito è in campagna è diverso da uno in città: Singapore o Vietnam avrebbero un’organizzazione medica completamente diversa da certe gare in Europa. Già oggi il governo di Singapore potrebbe ad esempio costringere l’intero paddock a una quarantena di due settimane prima di accedere alla pista”. E certo il problema degli spostamenti è dilemma di difficile risoluzione al momento: benché in molte parti, specie in Europa ,si comincino a registrare numeri positivi legati alla pandemia da coronavirus, pure permane alto il livello di guardia dei paesi e molti governi stanno prolungando misure restrittive, specie per quanto riguarda arrivi e partenze da paesi stranieri. Da qui potrebbe dunque nascere l’esigenza di programmare da parte di Fia e Liverty Media, almeno all’inizio, una stagione quasi completamente europea per il Mondiale 2020 della Formula 1, nella speranza che si possa viaggiare almeno in autunno fuori dai confini continentali.