Le dichiarazioni di Helmut Marko scuotono il mondo della Formula 1: il consulente della Red Bull, fidato collaboratore del boss Dietrich Mateschitz, voleva organizzare una sorta di “Coronavirus camp” per far infettare Max Verstappen e Alexander Albon. Il concetto è simile a quello della tanto discussa “immunità di gregge” che inizialmente era stata proposta del premier britannico Boris Johnson per affrontare il Coronavirus: individui giovani e sani come i piloti di Formula 1 – secondo l’idea di Marko – potrebbero tranquillamente ammalarsi, anzi sarebbe meglio se lo facessero in fretta, in modo poi da essere immuni.
Detto che l’immunità dopo una prima guarigione è ancora tutta da dimostrare, restano naturalmente molte altre perplessità, dal fatto che un giovane in quanto tale non è automaticamente sicuro di contrarre solo una forma leggera di Covid-19 fino al fatto che può naturalmente essere pericoloso per chi gli sta vicino. La proposta di Marko infatti è stata bocciata dalla stessa Red Bull e non troverà applicazione.
CORONAVIRUS FORMULA 1: LA PROPOSTA CHOC DI HELMUT MARKO
Si può dunque immaginare molto facilmente che le parole di Helmut Marko hanno fatto in pochissimo tempo il giro del mondo, turbando gli appassionati di Formula 1. Il consulente della Red Bull proponeva dunque una sorta di campus in cui i due piloti titolari Max Verstappen e Alexander Albon e anche la coppia di piloti Daniil Kvyat e Pierre Gasly della Alpha Tauri (ex Toro Rosso), altra scuderia di proprietà Red Bull, avrebbero dovuto contrarre il virus per superare la malattia.
L’idea è stata spiegata così dallo stesso Marko in un’intervista al canale austriaco ORF: “Organizzare un campus dove riempire questo periodo senza gare, mentalmente e fisicamente un po’ smorto. E questo sarebbe stato un momento ideale per contrarre l’infezione. Parliamo di ragazzi giovani, forti, in ottima salute. In questo modo sarebbero stati preparati a quando si riprenderà a correre in quello che sarà probabilmente un campionato molto difficile una volta iniziato. Se ci sarà una stagione concentrata con 15-18 gare, sarà molto, molto dura. Non c’è possibilità di migliorare la forma fisica durante la stagione. Quindi sarebbe davvero ideale sfruttare così questo periodo di stop”.