Il Coronavirus Sars-Cov-2 è mutato? In questo modo potrebbe anche spiegarsi la crescita dei casi in Lombardia. Questa è la domanda che ci si sta ponendo in questi giorni: perché la Lombardia è colpita così duramente dall’epidemia Coronavirus? In attesa del nuovo bollettino, si contano oltre 15mila contagiati e 2549 morti. A lanciare l’ipotesi della mutazione del virus è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, che è centro di riferimento contro il Covid-19. L’esperta riporta all’AdnKronos Salute un «pensiero convergente» con quello della collega Ilaria Capua, docente dell’Università della Florida. «In Lombardia c’è qualcosa che non comprendiamo. Si sono superati i morti della Cina in un’area infinitesimamente più piccola e in un tempo minore». Gismondo evidenzia che «sta succedendo qualcosa di strano» in Lombardia, dove si registra «un’aggressività che non si spiega». Tutte le ipotesi possono al momento essere ritenute valide, ma bisogna tenere in conto anche la possibilità che «il virus forse sia mutato». Da qui l’appello della virologa alla comunità scientifica: «Uniamoci per capire. Se tutti ci mettiamo insieme e ne studiamo un pezzetto, probabilmente riusciremo a comprendere».



“CORONAVIRUS FORSE MUTATO”, LA NUOVA IPOTESI

Anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi, ritiene che «quella della mutazione» del Coronavirus nello specifico in Lombardia sia «un’ipotesi da verificare». Di una cosa è certo invece: «I contagi in Lombardia sono ampiamente sottostimati. Secondo alcune stime, il numero dei positivi accertati (oltre 15mila) andrebbe moltiplicato per dieci». Questo spiegherebbe per Pregliasco, come riportato dal Corriere della Sera, l’altissima letalità in Lombardia. «Se davvero i positivi fossero 150mila la percentuale dei morti sarebbe in linea con il Veneto. Il problema è che in Lombardia, in particolare a Milano, vengono fatti tamponi solo a chi sta male, con sintomi evidenti». Per Pregliasco ci sono sicuramente molte persone asintomatiche o con sintomi lievi che sono positive ma non vengono annoverate nell’elenco ufficiale. Per questo diversi esperti chiedono l’aumento massiccio del numero dei tamponi in Italia o addirittura di allargare lo screening all’intera popolazione.

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