Andiamo a scoprire assieme gli ultimi dati riguardanti l’epidemia di coronavirus in Francia. Come si può leggere sulla mappa dell’università americana John Hopkins, sono 27.532 i morti totali oltralpe da quando è scoppiata l’emergenza. Un dato che si è incrementato nelle ultime 24 ore solo di 96 vittime, il che significa che la pandemia di covid-19 è decisamente sotto controllo. Continua nel contempo a decrescere anche il numero dei pazienti più gravi, quelli che si trovano nelle terapie intensive, diminuiti di 71 unità rispetto alla precedente rilevazione. Per quanto riguarda invece il numero di infetti, i casi positivi hanno toccato quota 179.630, con i cugini francesi che si confermano la settimana nazione al mondo per infezioni dietro a Stati Uniti, Russa, Regno Unito, Brasile, Spagna e Italia. La giornata di ieri è stata particolarmente significativa in quanto è tornato a parlare il ministro dell’interno Christophe Castaner, che ha aggiornato la situazione riguardante la riapertura delle frontiere.



CORONAVIRUS FRANCIA, CASTANER SU RIAPERTURA FRONTIERE

Il politico transalpino ha invocato l’unità di intenti a livello di Ue, spiegando: “È essenziale prendere decisioni coordinate a livello europeo, in particolare nello spazio Schengen. Oggi non è così”. Castaner punta in particolare il dito nei confronti di Spagna e Italia, e della decisione di riaprire i confini dal 3 giugno con regole diverse: “La decisione unilaterale della Spagna di questa settimana – ha proseguito Castanera – dell’Italia annunciata questa mattina non supporta ciò che dobbiamo fare per lavorare in solidarietà. Ne discuterò con la mia controparte italiana nel fine settimana in modo da poter adattare le nostre regole”. La tendenza è comunque quella di riaprire tutte le frontiere all’interno dell’area Schengen, dell’Unione Europea e del Regno Unito, entro il prossimo 15 giugno, di modo da favorire una ripresa del settore turistico, fra i più colpiti dalla crisi economica causata dall’epidemia. Infine da segnalare le parole di Frederique Vidal, ministra per la Ricerca francese, che riguardo al vaccino ha spiegato: “Quello che ci dicono i laboratori, i ricercatori, è che l’accelerazione che abbiamo visto nello sviluppo di studi clinici ci dà la speranza di un vaccino entro 18 mesi, ma non è ragionevole pensare di poter andare più veloci di così, salvo mettere in pericolo la sicurezza delle persone”.

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