La Francia comincia un nuovo giorno di battaglia contro il Coronavirus, che, dall’avvento della pandemia in landa transalpina, ha fatto registrare 166.420 casi di positività e 24.087 decessi. Numeri che testimoniano la criticità della situazione e, a tal proposito, vi è grande attesa per la presentazione della mappa inerente al deconfinamento, che sarà illustrata ufficialmente nella serata di oggi, giovedì 30 aprile 2020, dal Ministero della Salute. In particolare, tale documento si preoccuperà di distinguere i dipartimenti che saranno inclusi nella cosiddetta zona verde fa quelli “rossi”, nei quali evidentemente la circolazione del Covid-19 viaggia ancora a ritmi piuttosto elevati. La mappa sarà definitiva a partire dal 7 maggio e il primo criterio preso in considerazione sarà il tasso di nuovi casi nella popolazione nell’arco di sette giorni, che permetterà di valutare se il virus sia ancora in circolazione attiva. Altri fattori saranno la pressione sulla capacità ospedaliera, valutata a livello regionale, e il livello di preparazione di ogni territorio per poter testare tutti i pazienti con sintomi e individuare le persone che sono state a contatto con cittadini infetti.



CORONAVIRUS FRANCIA: SCUOLE ANCORA CHIUSE ANCHE NEL DIPARTIMENTO DI PAS-DE-CALAIS

Le scuole gli asili e le mense dei 36 Comuni appartenenti all’agglomerato di Lens-Liévin nel dipartimento di Pas-de-Calais non riapriranno lunedì 11 maggio, come annunciato dai rispettivi sindaci in un comunicato stampa diramato nella serata di mercoledì 29 aprile 2020. “Stiamo prendendo la decisione di non riaprire le nostre scuole, asili e mense l’11 maggio, seguendo così le raccomandazioni del comitato scientifico”, hanno scritto i primi cittadini firmatari, tra cui figura Sylvain Robert, presidente della comunità dell’agglomerato di Lens-Liévin (CALL) e sindaco di Lens. “Sollecitiamo l’attuazione di un piano di emergenza che deve essere preparato con tutti gli attori della comunità educativa: sindacati del personale, federazioni dei genitori, organizzazioni delle scuole superiori, autorità locali, associazioni di educazione popolare”. La prudenza non è mai troppa, insomma; inoltre, gli esperti hanno dimostrato che in molte scuole sarebbe difficile assicurare il rispetto della distanza interpersonale tra i bambini, abituati comunque per natura a stare a stretto contatto con i loro coetanei.

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