Si aggrava il bilancio connesso al Coronavirus in Francia, dove, stando agli ultimi dati aggiornati disponibili, il numero dei casi complessivi dall’inizio della pandemia ha raggiunto quota 167.178, con 24.376 persone decedute dopo avere scoperto la propria positività al Covid-19. Intanto, in vista del progressivo deconfinamento che porterà i francesi a tornare al lavoro, il Governo ha presentato giovedì sera la mappa delle zone rosse, arancioni e verdi a seconda dello stato dell’epidemia e dei servizi di rianimazione. Non sorprende, a tal proposito, che tutta l’Île-de-France e l’area nord-orientale del Paese, le due zone principalmente colpite, appaiano interamente in “rosso”, così come i dipartimenti Haute-Corse, Cher, Lot e Mayotte. In ogni caso, il documento sarà aggiornato quotidianamente fino al 7 maggio, prima dell’inizio del deconfinamento (11 maggio): dopo l’ultimo “refresh” rimarranno solo due categorie, verde e rosso, che determineranno il livello di allentamento delle restrizioni decretate il 17 marzo dal Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.
CORONAVIRUS FRANCIA, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL BAS-RHIN: “NON MANDATE I VOSTRI FIGLI A SCUOLA”
Le scuole materne ed elementari in Francia riapriranno gradualmente a partire dall’11 maggio, ma il presidente del Consiglio dipartimentale del Bas-Rhin, Frédéric Bierry, ha esortato nelle scorse ore i genitori degli alunni del dipartimento a “non mandare a scuola i vostri figli prima del 25 maggio”, per “evitare nuove catene di contaminazione”. Bierry ha sottolineato come l’epidemia non si stia ancora ritirando e come l’Alsazia sia da ritenersi una zona rossa e potenzialmente a rischio. “Il Coronavirus trova facilmente nuove prede da azzannare, sta seminando il caos tra i nostri anziani e sta facendo parlare poco di sé per quanto riguarda i nostri figli, soprattutto i più piccoli che sono, per la maggior parte, asintomatici, ma non per questo fuori pericolo“. Ecco perché, secondo il governatore, sarebbe opportuno, da parte di tutte le famiglie che possono permetterselo (anche in base al rientro dei genitori sul posto di lavoro), tenere i bambini a casa da scuola sino appunto al 25 maggio, nella speranza che quella data possa essere caratterizzata da un livello di sicurezza più elevato rispetto a quello attuale.