La Francia si appresta a vivere gli ultimi giorni del lockdown causa epidemia da coronavirus. A partire da lunedì prossimo, 11 maggio, riprenderà in maniera massiccia l’attività transalpina, a cominciare dalla riapertura delle scuole, un fatto, quest’ultimo, in controtendenza rispetto a molte altre nazioni mondiali, anche europee, come ad esempio l’Italia. Ma i cugini sono certi che il peggio sia passato e di conseguenza sono pronti a rimettere il moto in paese. “Il piano può essere avviato da lunedì 11 maggio, è una buona notizia”, le parole delle ultime ore del premier francese Edouard Philippe durante la conferenza stampa sulla fase 2 tenutasi nella giornata di ieri. “Riapriranno l’80-85% delle scuole”, ha invece spiegato Jean-Michel Blanquer, ministro dell’educazione francese, ricordando che “un milione di studenti con 130.000 insegnanti” torneranno nelle aule di scuola. Continueranno invece a rimanere chiuse le frontiere ai partner europei, almeno per un altro mese, fino al 15 giugno.



CORONAVIRUS FRANCIA: QUASI 175MILA INFETTI

In Francia il numero di vittime è calato con costanza negli ultimi giorni, e attualmente, come si può leggere sulla John Hopkins University Maps, il numero totale di morti è a quota 25.990, quinta nazione al mondo dietro a Stati Uniti, Regno Unito, Italia e Spagna. Gli infetti sono invece ad oggi 174.918, con la Francia che è stata superata in questa triste classifica dalla Russia, che nelle ultime ore ha fatto registrare un boom incredibile di contagi (+11mila). Resta il fatto che, nonostante la fine del lockdown sia vicina, ci sono alcune regioni oltralpe che mostrano ancora un alto livello di infettività, come ad esempio l’Ile-de-france, la zona dove si trova la capitale è Parigi, “il numero di casi resta più elevato del previsto”, ha detto a riguardo Philippe, mentre Oivier Veran, titolare della Salute, ha aggiunto: “La situazione nell’Ile-de-France richiede la più estrema vigilanza”. Per fronteggiare l’epidemia durante la fase 2, il governo è pronto ad effettuare una serie di test in maniera massiccia, mentre le persone più a rischio (soprattutto gli anziani), non saranno confinate in casa, ma verranno sottoposte a regole più rigide.

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