I dati più aggiornati circa la pandemia di Coronavirus in Francia denunciano un quadro complesso, seppure i contagi e i decessi aumentino a un ritmo decisamente meno elevato rispetto a qualche settimana fa: dall’avvento del virus ad oggi, in landa transalpina sono stati registrati 182.913 casi di positività e 28.596 persone sono decedute dopo aver scoperto di avere contratto il Covid-19. In queste ore, intanto, 600 viticoltori francesi hanno annunciato una simpatica (e – siamo sicuri – gradita) iniziativa: per dire grazie a medici, infermieri e operatori sanitari che stanno affrontando in prima linea l’emergenza, regaleranno loro 5mila bottiglie di champagne. “Lo champagne è il simbolo del successo, della gioia condivisa e della celebrazione fraterna”, recita la nota stampa diffusa dal sindacato dei viticoltori. “Per questo motivo, la regione dello Champagne ha voluto mostrare la propria gratitudine nei confronti di coloro che salvano vite umane donando bottiglie di champagne agli ospedali regionali”.
CORONAVIRUS FRANCIA: STOP A PRESCRIZIONI IDROSSICLOROCHINA
A proposito di medici e di Francia: nelle scorse ore il Governo ha vietato la prescrizione dell’idrossiclorochina ai pazienti affetti da Coronavirus. Il ministero della Salute francese ha infatti revocato l’autorizzazione a somministrare il farmaco, affermando che i dati scientifici attualmente disponibili non forniscono sufficienti prove di un beneficio a sostegno del suo uso. “I dati presi in considerazione dall’Alto Consiglio della Sanità Pubblica francese hanno trovato prove che suggeriscono un legame tra l’uso di idrossiclorochina e la tossicità cardiaca, in particolare se usata in combinazione con l’azitromicina”, hanno spiegato fonti ministeriali. L’annuncio arriva dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lunedì ha detto di aver temporaneamente interrotto lo studio sull’idrossiclorochina come potenziale trattamento anti-Covid a causa dell’incertezza sulla sua sicurezza. La decisione è stata presa dopo uno studio osservazionale, pubblicato sulla rivista medica “The Lancet”.