Decisione storica in Francia: sono stati annullati per la prima volta nella storia, gli esami di maturità. Causa epidemia da coronavirus, il governo ha deciso di annullare per l’anno scolastico in corso l’esame finale, il cosiddetto Baccalaureat. Ad annunciare la decisione è stato il ministro dell’educazione Jean-Michel Blanquer, che ha altresì aggiunto che le scuole, quasi probabilmente, resteranno chiuse fino alla fine dell’anno scolastico. Si tornerà sui banchi di scuola, oltralpe, solamente a settembre, una decisione estremamente prudente, ma alla luce dei numerosi contagi da covid-19 appare comunque appropriata. Per scegliere chi bocciare e chi invece rimandare, i professori si baseranno sui voti presi fino ad oggi dagli alunni, compresi quelli durante le lezioni online. A riguardo, come ricorda LaPresse, è stata istituita una commissione che avrà il compito di garantire la correttezza di votazioni nei confronti di ben 740 mila coinvolti in tutta Francia. L’Italia sembrerebbe essere orientata verso un’altra scelta, una maturità “mini”: lo scopriremo indicativamente fra una decina di giorni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CORONAVIRUS FRANCIA: 5387 MORTI, 59105 CASI
Il numero delle persone contagiate dal Coronavirus aumenta anche in Francia, seppure non con i trend drammatici che sta facendo registrare oramai da giorni la vicina Spagna, e anche per questo motivo alcune previsioni che circolano nell’Esagono a proposito di una riduzione della stretta delle misure adottate dal Governo appaiono ottimistiche. Tra l’altro l’esecutivo guidato dal premier Edouard Philippe è da tempo sotto pressione per via della richiesta di fornire dei dati completi a proposito dell’incidenza della pandemia nel Paese transalpino: e al di là del fatto che i cittadini infetti oramai sfiorano le 60mila unità e che si parla di oltre 5000 morti, è agghiacciante la statistica che stima quanti possano essere stati gli anziani deceduti nelle case di riposo fino a oggi. Sarebbero infatti 884 -anche se il numero è tristemente destinato ad aumentare- il numero delle persone che sono morte in un ospizio dall’inizio dell’epidemia e che come si apprende non erano stati conteggiati nel bilancio totale delle vittime annoverate tra ospedali e le proprie abitazioni. (agg. di R. G. Flore)
CORONAVIRUS FRANCIA: FINE DEL CONTENIMENTO DOPO PASQUA?
La Francia, azzannata anch’essa come molti altri Paesi del mondo dal Coronavirus, ha vissuto un’ulteriore giornata negativa, con un nuovo bilancio da brividi: 5387 morti complessivi e quasi 60mila casi (59.105, per la precisione) dall’inizio dell’epidemia. Intanto, il premier Édouard Philippe ha aperto alla possibilità di ridurre le misure di contenimento: “Stiamo pensando a come procede, ma non conosciamo le risposte”, ha affermato, scatenando la preoccupazione dei medici. Fra questi, il professor Gilles Pialoux, capo del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Tenon” di Parigi, che si è dichiarato “sorpreso” dal discorso di Philippe circa l’ipotetico allentamento delle restrizioni. “Scientificamente – ha asserito – le modalità di deconfinamento sono assolutamente non chiare. Dobbiamo essere estremamente prudenti. Tutto il personale medico in questo momento avverte fatica e tensione ed è appeso per i propri stivali, per l’emozione di essere lì”.
CORONAVIRUS FRANCIA, PHILIPPE: “CI VUOLE PAZIENZA”
Il premier francese Édouard Philippe ha poi corretto il tiro in riferimento alle proprie dichiarazioni relative alla presunta riduzione delle misure contenitive nei confronti della popolazione al fine di scongiurare il rischio contagi. “Dobbiamo procedere gradualmente, in modo da non essere colpiti da una seconda ondata. È un esercizio molto delicato. Capisco l’impazienza, ma il deconfinamento non avverrà domani mattina e probabilmente si protrarrà oltre il 15 aprile”. Ad oggi, in effetti sono tanti gli interrogativi (e poche, pochissime le certezze) inerenti al Covid-19 e alle modalità di uscita dalla quarantena. Quando ci si potrà veramente fidare a tornare nelle piazze? E quanti cittadini possono dirsi immuni? Servirebbero test sierologici per decretarlo definitivamente, ma, ad oggi, sono disponibili in numero esiguo. Philippe ne ha però indirettamente sottolineato l’importanza: “Se nel Grande Oriente il virus ha circolato molto, molti abitanti hanno sviluppato forme asintomatiche o gran parte della popolazione è stata immunizzata. Chi è davvero al sicuro, oggi?”.