Appuntamento quotidiano con la situazione coronavirus nel resto del mondo, a cominciare dalle nazioni europee. Partiamo dalla Germania dove a Berlino si sono radunate migliaia di persone per manifestare contro le misure anti-covid. Davanti all’iconica porta di Brandeburgo, tra i 5mila e i 10mila manifestanti hanno inveito contro il governo, mentre un migliaio di persone si è ritrovato non lontano dal Bundestag, il parlamento tedesco. Intervento massiccio della polizia che è stata costretta ad aprire gli idranti sulla folla per disperderla. Ricordiamo che in Germania è in vigore un lockdown light e che di conseguenza è assolutamente vietato qualsiasi tipo di assembramento. Intanto il virus rallenta, e il Robert Koch Institut ha comunicato 17.561 nuovi contagi in 24 ore, all’incirca 1000 in meno rispetto ad una settimana fa. La Merkel non è però ancora convinta, «La situazione si è stabilizzata ma siamo a un livello ancora alto di contagi», ha spiegato, alla luce anche dei 305 decessi registrati ieri. Fra le nazioni più colpite nel Vecchio Continente dalla pandemia vi è anche il Regno Unito, senza dubbio quella che ha registrato il più alto numero di vittime in Europa, ben 52mila.
CORONAVIRUS REGNO UNITO, 3.7 MORTI OGNI 100 POSITIVI
A riguardo la Johns Hopkins University, che da nove mesi traccia tutti i casi di covid registrati nel mondo, ha mostrato come nel Regno Unito si verifichino 3.7 decessi ogni 100 persone positive al covid, ma questo dato è peggiore in Italia, di fatto la prima nazione europea a livello di percentuale fra morti e positivi, con 3.8. In Germania i dati sono molto bassi, 1.6 decessi ogni 100 casi positivi (fra le nazioni più grandi è quella che ha registrato meno morti), mentre in Francia il dato registra un 2.2 e in Spagna 2.8. Oltralpe continuano a giungere segnali positivi, con le misure di restrizione che stanno effettivamente funzionando, ed è probabile che nel giro di un mese si possa tornare ad una quasi normalità, passando delle vacanze natalizie più serena. Anche nel Regno Unito i casi sono in discesa e Boris Johnson ha spiegato che «il sistema di test e tracciamenti che sta funzionando». Proprio per questo il premier sarebbe pronto a maggiori concessioni per il Natale, dicendo sì alle cene e ai pranzi durante le festività. Il piano, anticipato dalla BBC, sarebbe stato messo in piedi dal governo assieme alle autorità di Scozia, Galles e Irlande del Nord ed esponenti del mondo scientifico. L’importante sarà rispettare le restrizioni e le regole del caso.