Classico appuntamento con le ultime notizie sull’epidemia di coronavirus in Europa, ed in particolare sulle nazioni più “calde”, leggasi in particolare Francia, Germania e Regno Unito. Cominciamo dal dire che l’Oms ha fatto sapere nella giornata di ieri, che negli ultimi sette giorni sono stati registrati 3.3 milioni di casi di covid nel mondo, e metà di questi sono stati registrati nel Vecchio Continente. Nel dettaglio, l’Europa ha registrato un aumento del 22% di contagi rispetto alla settimana precedente, e nel contempo anche le vittime sono aumentate, ben il 46% rispetto ai sette giorni precedenti. Intanto nel Regno Unito ha parlato nuovamente il primo ministro Boris Johnson, che ha fatto sapere che le nuove misure di restrizione in vigore attualmente scadranno in automatico il prossimo 2 dicembre, indipendentemente dall’evolversi dei contagi: “Queste misure autunnali – le parole del premier alla Camera dei Comuni – per combattere l’aumento (del nuovo coronavirus) scadranno automaticamente il 2 dicembre. Spero vivamente – ha aggiunto che poi potremo rimettere in moto questo Paese, riaprire i negozi, riaprire i negozi all’approssimarsi del Natale. Ma per farlo, ognuno di noi deve fare la sua parte per abbassare il tasso di riproduzione del virus”.



CORONAVIRUS GERMANIA: MENO MORTI DA COVID CHE DA INFLUENZA

Nel frattempo è emerso un particolare studio riguardante la Germania, che ha certificato che l’influenza stagionale del 2018 ha fatto più vittime del covid (poco più di 10mila nel Paese della Merkel). Lo studio è stato realizzato da Pier Paolo Lunelli, ex generale dell’Esercito: “l’incidenza della pandemia in Germania – ha spiegato – non si è pesantemente discostata dalla media degli anni precedenti, come invece è accaduto in Italia”. Addirittura, il numero di vittime dal 9 al 15 marzo scorso, “è di poco al di sotto della media dei 4 anni precedenti. L’incidenza della pandemia – ha aggiunto e concluso – sembra sia risultata addirittura inferiore a quella dell’influenza stagionale del 2018 quando la mortalità era arrivata a 27mila decessi nella decima settimana (inizio di marzo)”. Resta critica la situazione in Francia dove si è deciso di chiudere le librerie del paese, così come stabilito dall’ultimo lockdown entrato in vigore il 30 ottobre scorso. Il paese conta circa 3.300 punti vendita e ovviamente il mondo della cultura, ma in generale, tutti i lettori, non hanno affatto preso bene questa decisione: “I politici erano molto orgogliosi che la Francia fosse una nazione con un’eccezione letteraria. All’improvviso ti rendi conto che erano tutte bugie”, le parole dello scrittore Sylvain Tesson.

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