Il numero terrificante di 1.120 morti in un solo giorno registrato ieri ci dice in modo chiaro che l’epidemia di Coronavirus in Francia sta vivendo una fase decisamente preoccupante. Un simile numero di decessi in un solo giorno infatti ad esempio non è mai stato toccato nemmeno in Italia o Spagna, l’accelerazione dunque è decisamente preoccupante, così come il dato dei ricoverati in rianimazione, che sono 6.662. Per di più, il direttore generale della Sanità francese Jerome Salomon presentando i numeri di ieri ha detto che “non siamo ancora al picco di questa ondata, e ancora meno a un inizio di decrescita”. Per adesso dunque non si può pensare a un allentamento delle misure restrittive: “La fine del confinamento – ha aggiunto Salomon – sarà complessa. Sarà necessario fare riflessioni molto complesse per fare in modo che la fine del confinamento vada bene, ma non siamo assolutamente ancora a questo punto”. I numeri spiegano ciò molto meglio di mille altre parole… (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



CORONAVIRUS FRANCIA: PETIZIONE PER LA CLOROCHINA

Nuovi aggiornamenti sull’emergenza coronavirus in Francia. L’ultimo bollettino riporta di 6.507 morti e 82.165 casi positivi, con 14.008 pazienti ricoverati e oltre 6.500 persone in gravi condizioni. Per fare fronte all’emergenza sanitaria, il ministro della Sanità Olivier Veran ha annunciato l’acquisto di 2 miliardi di mascherine dalla Cina, evidenziando ai microfoni di Brut che nuovi ordini saranno effettuati nel corso delle prossime settimane. E una grande fetta della popolazione ripone le proprie speranze nella clorochina, farmaco antimalaria che potrebbe contenere gli effetti del Covid-19. Le Parisien riporta infatti che una petizione a favore della clorochina ha raggiunto quota 80 mila firme. #NePerdonsPlusDeTemps è l’hashtag che sta circolando sui social network in queste ore, primo sostenitore è l’ex ministro della Sanità Philippe Douste-Blazy. L’obiettivo è quello di velocizzare le pratiche per la prescrizione del farmaco, anche se non mancano le polemiche sui reali effetti. (Aggiornamento di MB)



CORONAVIRUS FRANCIA, OLTRE 6.500 MORTI

La Francia vive il suo giorno più buio dall’inizio dell’epidemia di coronavirus e si prepara con ogni probabilità ad estendere il periodo di quarantena oltre il 15 aprile. Con 588 morti nella giornata di venerdì, il conto dei decessi registrati negli ospedali arriva a quota 5091, cui bisogna aggiungere i 1416 avvenuti nelle case di cura, il cui dato è ancora parziale. L’attenzione dell’esecutivo adesso è indirizzata ad evitare che le vacanze di Pasqua, iniziate ufficialmente ieri nell’Île-de-France e in Occitania, diventino un inarrestabile veicolo di nuovi contagi. Per questo motivo oltre 160.000 poliziotti e gendarmi sono stati mobilitati e, per tutto il fine settimana, controlleranno aeroporti, stazioni, strade e autostrade in quello che il Segretario di Stato per gli interni Laurent Nuñez ha definito un “sistema di controllo eccezionale”.



CORONAVIRUS FRANCIA, IL GOVERNO TEME PER LA TENUTA SOCIALE

Anche nel governo francese, come d’altronde in tutte le democrazie occidentali, ci si domanda fino a quando sarà possibile proseguire con lo “stato d’eccezione” che sta confinando in casa milioni di cittadini abituati a vivere le proprie vite in totale libertà. Come riportato da Le Parisien, quasi tutti i francesi per il momento ritengono “necessarie” le misure di contenimento decise dal governo. Il ministro dell’Interno, Cristophe Castaner, ha commentato: “Oggi, la consapevolezza della lotta che dobbiamo combattere insieme mi sembra condivisa a livello globale”. La domanda è fino a quando questa unità d’intenti resterà intatta: le fratture all’interno della società francese sono profonde, come testimoniato nei mesi scorsi dall’ascesa dei gilet gialli e il rischio di disordini sempre presente. Un segno in questo senso è stata la reazione rabbiosa della popolazione delle campagne alla notizia del trasferimento di molti parigini in fuga dal virus. E nel partito di Emmanuel Macron il timore che la sovranista Le Pen possa soffiare sul fuoco delle divisioni è quanto mai concreto.