Aumenta seppur non in maniera esponenziale, l’epidemia da coronavirus in Germania. Allo stato attuale delle cose, come da dati comunicati dalla John Hopkins University, la nazione tedesca conta 1275 vittime. Si tratta della sesta nazione europea per numero di morti dopo Italia, Spagna, Francia, Inghilterra ed Olanda, e della nona al mondo tenendo conto anche di Stati Uniti, Cina e Iran. In quanto a infetti, invece, il dato delle ultime 24 ore è salito a 91.159 casi di positività, quarta nazione al mondo con più infezioni dietro a Stati Uniti, Italia, Spagna e infine Cina. Anche nella nazione tedesca, comunque, vi sono dei segnali (così come sta avvenendo in Italia in questi giorni), circa il fatto che l’epidemia sembrerebbe in rallentamento, o per lo meno, che i nuovi casi di positività siano costanti, senza crescere in maniera vertiginosa. Guai però a pensare di eliminare le misure restrittive in vigore, come ha spiegato senza troppi giri di parole la cancelliera Angela Merkel.



CORONAVIRUS GERMANIA: IL TASSO DI INFEZIONE STA CALANDO

Intervistata dall’agenzia Reuters nella serata di ieri, ha ammesso: “Gli ultimi dati forniti dal Robert Koch Institute ci danno qualche speranza, ma è troppo presto per alleggerire le misure. Insieme al governo – ha proseguito – stiamo pensando a come possiamo fare due cose contemporaneamente: garantire la protezione della salute di tutti, e avviare un processo in cui la vita pubblica ritorni lentamente alla normalità”. La Merkel, che si trova attualmente in quarantena (non positiva), dopo essere entrata in contatto con un medico infetto, ha spiegato che la Pasqua quest’anno ce la sogneremo, ma che comunque ci saranno altre “Pasque” da festeggiare negli anni che verranno. Stando a quanto affermato dal virologo tedesco, Lothar Wieler, direttore del Robert Koch Institute, attualmente la positività sta diminuendo in Germania, con un tasso di infezione pari a 1:1 (una persona ne infetta un’altra), mentre, fino a pochi giorni fa, la media era di 1:5/7. Se il tasso dovesse scendere sotto l’uno, ha ricordato Wieler, l’epidemia diminuirà.

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