L’epidemia di Coronavirus in Germania prosegue, inarrestabile, la sua corsa: il bilancio aggiornato a questa mattina parla di 71.808 casi e 775 morti, con un numero di contagi in continua crescita che, di questo passo, nel giro di poche ore consentirà al Paese tedesco di attuare il poco agognato sorpasso ai danni della Cina (81.554), Paese da cui è partita la pandemia. Intanto, si leva il grido di protesta e d’aiuto da parte degli operatori sanitari impiegati quotidianamente nelle residenze per anziani di Berlino, ove i materiali protettivi cominciano seriamente a scarseggiare. “I dispositivi di protezione indivividuale si esauriranno presto in molti luoghi”, ha avvertito la portavoce dell’organizzazione di carità “Diakonie”, Susanne Gonswa. Una piccola quantità dovrebbe in realtà essere fornita alle strutture martedì direttamente dallo Stato berlinese, “ma questa è una goccia nell’oceano”, ha chiosato amaramente Gonswa, sottolineando la necessità contingente e reale di ricevere un ausilio concreto anche da parte della politica nazionale in questa difficile situazione emergenziale.
CORONAVIRUS GERMANIA: LAVORATORI COMPARTO ALIMENTARE COSTRETTI A TURNI MASSACRANTI
Come sottolineato dal sindacato tedesco NGG (Nahrung-Genuss-Gaststätten), sono quasi 14mila i lavoratori berlinesi impiegati nel comparto alimentare e che, in queste settimane traumatiche e drammatiche, stanno fornendo un contributo decisivo per garantire che il cibo e le bevande non vengano a mancare. “Gli straordinari e i turni extra sono stati all’ordine del giorno nell’industria alimentare per giorni e giorni – dichiarano dal sindacato –. La gente sta lavorando al limite per garantire che le catene di supermercati non rimangano a corto di merci”, ma devono essere rispettati i limiti massimi inerenti all’orario di lavoro per non compromettere la salute dei dipendenti: “Chiunque abbia fatto un turno di 12 ore nel settore della panificazione è sempre più a rischio di incidenti”. L’attuale legge sull’orario di lavoro fissa un chiaro confine, che non dovrebbe mai essere valicato: non più di dieci ore al giorno e non più di 60 ore alla settimana per ogni singolo lavoratore.