In queste ultime settimane abbiamo assistito allo stop di tutto lo sport mondiale per l’emergenza coronavirus, e certo anche il Golf non ha fatto eccezione, benché in molti abbiano stortato il naso (visto che il contatto è molto limitato). Chi però non ha dubbi che sia stata la scelta giusta è il golden boy del golf azzurro Matteo Manassero che in una lunga intervista esclusiva lasciata alla rubrica Golfando del Tgcom24, ha ribadito più volte: “ Sono convinto che la decisione di sospendere tutto sia stata fatta per il garantire zero rischi”. Non solo: il golfista, per categoria avrebbe delle deroghe per allenarsi, ma la posizione dell’azzurro è netta ed è da esempio per tutti: “Sì, lo ha ribadito anche il saltatore Tamberi ma non è giusto. Sono, anzi siamo, cittadini e dobbiamo rispettare le regole. Sentiamo il dovere di rispettarle. E da cittadino dico grazie ai nostri fantastici medici in prima linea”.



MANASSERO: LA RYDER CUP? E’ PRESTO MA…

Non è però solo il risposta al blocco dello sport come del golf che Manassero dice la sua: il golfista azzurro si pronuncia dunque anche sui prossimi appuntamenti della stagione e in primis la Ryder Cup, che da calendario sarebbe in programma a fine settembre nel Wisconsin. In vista di questo appuntamento cardine della stagione Manassero ha affermato: “Non lo so. A porte chiuse penso proprio di no. Mancano ancora dei mesi e prima di tutto è importante capire come sarà la situazione sanitaria negli Stati Uniti. Posso garantire che chi prende le decisioni nel golf ha sale in zucca. L’interesse principale è garantire la salute di tutti. Lo assicuro al 100%.”. Non solo, è netta pure la sua posizione sull’ipotesi di disputare i Major a porte chiuse (ipotesi che è stata verificata per altre discipline in questo periodo così complicato): “Non sarebbe sport. Lo sport per me è uno spettacolo, un tifoso deve andare a vedere il golf come se andasse a teatro. Senza pubblico lo sport non è utile”.



MANASSERO: A QUANDO IL RITORNO IN CAMPO

A chiusura della lunga intervista Manassero dice poi la sua sul prossimo rientro in campo, anche se è ancora l’incertezza a regnare sovrana, anche nel calendario mondiale del golf. Per l’azzurro infatti, se pure si può sperare che per giugno in Italia l’emergenza coronavirus rientri parzialmente, ma è impossibile immaginare che accadrà nel resto del mondo. Per il golfista dunque fare piani ottimistici è troppo azzardato: “Io dico che forse a fino luglio si potrà pensare di giocare ancora. Forse agosto”. Insomma il futuro anche del golf come lo sport mondiale è più che mai in dubbio, ma le priorità in questi giorni sono ben altre: “Quando arriverà quella luce noi ci saremo e giocheremo. Oggi si sopravvive anche senza golf”.