“Il picco del contagio potrebbe slittare ad aprile”: è questa la nuova e meno ottimistica previsione da parte della Protezione Civile in merito alla diffusione nel nostro Paese del contagio da Coronavirus, dopo che negli scorsi giorni si era parlato degli ultimi giorni di marzo per vedere l’apice del numero dei contagi e “scavallare” finalmente questa difficilissima fase. Intervenendo quest’oggi ai microfoni di Radio 2, infatti, Angelo Borrelli ha spiegato che si tratto comunque di ipotesi formulate dagli esperti ma che è verosimile pensare che il picco non ci sarà la settimana prossima ma quella ancora dopo. “Ci auguriamo comunque che arrivi quando prima” ha aggiunto il Capo della Protezione Civile motivando il suo cauto ottimismo col fatto che molti italiani stanno rispettando le norme imposte dal Governo. Parole a cui poi ha fatto eco l’epidemiologo Luigi Lopalco che ha spiegato come “prima di Pasqua non si esce di casa e forse, se va bene, se ne parlerà dopo le festività pasquali” anche se già qualcuno sposta l’asticella all’inizio della prossima estate. (agg. di R. G. Flore)



CORONAVIRUS, PREVISIONI SBAGLIATE SUL PICCO?

L’epidemia di covid-19 in Italia preoccupa tutti, ma c’è un dato in più che alimenta questa agitazione. Quando il Governo Conte ha avviato le misure di quarantena, con la campagna #iorestoacasa per prevenire nuovi contagi da coronavirus, aveva messo in contro più di una settimana di ulteriore crescita dei contagi. Questo perché le misure intraprese precedentemente erano state considerate insufficienti, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito in termini di diffusione del virus. Le previsioni del Governo, visibili nel grafico presente nella bozza della relazione tecnica allegata al decreto, prevedevano fino a 4500 contagi giornalieri fino al 18 marzo, con la curva che avrebbe dovuto iniziare a crescere dal 19 marzo. La data di ieri ha segnato invece un’ulteriore crescita, che ha causato il picco assoluto di nuovi contagi nelle singole 24 ore. Un dato in assoluta controtendenza, visto che rispetto alle previsioni del Governo in alcuni giorni i contagi erano stati inferiori: in più la curva prevista dall’esecutivo era in costante crescita prima di una discesa che avrebbe dovuto iniziare il 19 marzo. Invece quella reale è stata molto più altalenante, con cali e riprese fino al tetto dei 5000 contagi in un giorno sfondato ieri.



CORONAVIRUS: PREVENIRE LA CRESCITA ESPONENZIALE

Un articolo recentemente pubblicato dal Washington Post spiega come il timore sia di una crescita esponenziale anche per quanto riguarda il contagio negli Usa. Le simulazioni hanno dimostrato come senza le misure di quarantena obbligatoria la curva sia destinata ad aumentare fino ad arrivare a contagiare pressoché la totalità della popolazione di un’intera città, e così via traslando il modello a livello nazionale. Il modello presentato dal giornalista Harry Stevens sul Washington Post dimostra come siano le misure di distanziamento sociale ad essere decisive per soffocare la diffusione del virus. Col 75% della popolazione osservante delle misure di quarantena, la percentuale di contagiati si abbassa notevolmente, e lo fa ancor di più se le persone a violare la quarantena sono solo una su otto (l’87,5%) della popolazione. Questo modello risponde alla domanda sul grafico errato del Governo: le misure di quarantena imposte non sono state rispettate in maniera efficace dalla popolazione italiana. I numeri lo confermano: l’analisi delle celle telefoniche a Milano dimostra come solo il 60% della popolazione stia osservando strette misure di distanziamento sociale. Senza un’inversione di tendenza, i contagi rischiano di prendere il sopravvento sui grafici e sulla vita di tutti i giorni, costringendo il Governo ad allungare notevolmente la quarantena.

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