Non solo l’Europa e gli Stati Uniti sono stati sconvolti dal coronavirus arrivato dalla Cina: l’intero mondo islamico è stato travolto dalla pandemia, con “punte” drammatiche come l’Iran e parte dell’India, costringendo il Gran Mufti dell’Arabia Saudita Abdul Aziz Al Sheikh ad imporre per il prossimo Ramadan (inizio venerdì prossimo e durata di digiuno per un mese previsto dal Corano due volte all’anno) la preghiera rinchiusi in casa con lockdown imposto. «Per quest’anno i fedeli sono tenuti a fare la preghiera notturna in casa per l’emergenza sanitaria e per tutelare la salute delle persone ed evitare il contagio»: il coronavirus ha cambiato le abitudini e le tradizioni anche delle più secolari regole del Corano nei Paesi più rigorosi dal punto di vista religioso, con un nuovo corredo di regole che si adatta poi ai vari Stati a seconda del loro contagio diffuso o meno di Covid-19.
Già da settimane La Mecca e Medina hanno annunciato che rimarranno chiuse durante tutto l’anno per impedire ai milioni di musulmani di venire in preghiera in quello che ogni anno si tramuta in un enorme assembramento sociale. Sempre negli ultimi giorni le autorità religiose del Marocco e dell’Algeria hanno informato che l’estensione delle misure di lockdown per un altro mese renderanno anche qui obbligatorio il Ramadan da festeggiare e celebrare solo a domicilio.
L’ISLAM IN LOCKDOWN: LE ALTRE ‘NUOVE’ REGOLE
«I servizi competenti continueranno a garantire una fornitura sufficiente per soddisfare le esigenze di consumo, comprese quelle del Ramadan» ha fatto sapere ieri il Ministro dell’Interno e della Salute del Marocco. Stamane poi il leader iraniano Ayatollah Ali Khamenei ha fato sapere che «Non è lecito astenersi dal digiuno durante il mese sacro del Ramadan a meno che non si abbia il razionale sospetto che il digiuno possa causare malattie, aggravare una malattia o prolungare il periodo della malattia e posporre il recupero», ribadendo la ferrea logica del Corano anche in casi di oggettiva difficoltà per uno dei Paesi più colpiti al mondo dalla pandemia Covid-19. Nel frattempo sempre in Iran santuari e moschee sono chiuse fino al 4 maggio; per il poi, il presidente Rouhani ha fatto sapere che il governo deciderà se prolungare il o meno il tempo.
Come ha riportato il focus di AsiaNews sul difficile rapporto tra regole Islam e coronavirus, nella maggior parte delle nazioni musulmane ad oggi è vietato l’accesso alle moschee o comunque vi sono pesanti restrizioni un po’ come avviene per le chiese cristiane qui in Europa. Il timore per le scorte alimentari (dato che si mangia molto di più e in tempi più ristretti per via del digiuno giornaliero imposto dal Radadan) è il tema più caldo, tanto che in Egitto – ad esempio – «alcuni alimentari hanno introdotto un razionamento nella tipologia e nella quantità dei prodotti disponibili per ciascun acquirente, rendendo difficile il rifornimento per in nuclei più numerosi».