E’ sempre caos nel mondo del calcio, in primis in quello italiano: l’emergenza Coronavirus, come ben sappiamo ha portato alla sospensione di tutte le competizioni sul nostro paese fino al 3 aprile e pure sta portando altri paesi e federazioni a sospendere le proprie competizioni. Confermato lo stop a data a da destinarsi, rimane però da capire ancora quando si potrà ripartire. Purtroppo data la criticità della situazione ci pare quasi impossibile al momento fissare con certezza una data del “ritorno alla normalità”: a dirlo è stato ieri anche il Presidente della Figc Gabriele Gravina, intervistato dal Corriere dello sport, il quale però ha pure posto di fronte ai “colleghi” una soluzione importante per quello che sarà il prossimo futuro, tra conclusione di campionato e coppe e pure il prossimo Europeo 2020, che per il momento rimane ufficialmente in programma a giugno. Per il capo del calcio italiano infatti: “Tutti dobbiamo mettere prima la salute e poi far prevalere il buon senso. E il buon senso dice che difendere un solo grande evento europeo, programmato per giugno, sarebbe un errore strategico. Non ci sono alternative. Ce lo dicono le proiezioni dei modelli matematici sullo sviluppo del virus. L’Europeo fa da tappo allo slittamento quasi certo di molti campionati. Se non togli il tappo, la bottiglia esplode, con il rischio di perdere tutto. Prima di dire che l’Europeo slitta ci vuole il sì delle altre Federazioni e ho fiducia di sì”.
GRAVINA: DEADLINE IL 30 GIUGNO, POI…
La proposta di Gravina dunque è chiara: dare priorità alla conclusione di campionati e coppe e far slittare di un anno l’Europeo 2020. La mossa è ben chiara: dopo tutto i tempi sono stringenti e non dimentichiamo che il prossimo 30 giugno scadranno contratti, assicurazioni e licenza: sarebbe dunque da privilegiare la conclusione “regolare” del campionato, per non cadere nel caos più totale. Gravina in questo senso è stato ben chiaro: “Io mi accontenterei di salvare la salute di tutti gli uomini di sport, anzitutto. Poi ho fiducia di salvare anche i campionati. Abbiamo una dead line. È il 30 giugno. Scadono contratti, assicurazioni, licenze. Finisce l’anno calcistico. Andare oltre significa introdurre modifiche regolamentari del tutto eccezionali. Servono dai 45 ai 60 giorni. In due mesi portiamo tutto a termine con certezza. Se pure iniziamo a maggio, si può fare. Tutti pensano che l’unico problema sia quello di assegnare lo scudetto. Ma noi dobbiamo stabilire chi va in Champions e in Europa League, chi retrocede in B, chi sale in A, chi retrocede in C e chi sale in B. Penso che congelare una classifica sia un errore da evitare”. E se l’emergenza non permetterebbe tutto ciò? Pronta la replica dello stesso Gravina: “E se non è possibile trovare una formula che salvi la competizione, come playoff e playout”. Rimane però ora da vedere quale sarà la riposta dell’Europa: la lega Serie A ha già prospettato un piano abbastanza convincente e il prossimo 17 marzo la Uefa dovrebbe prendere posizione sul possibile rinvio degli Europei del 2020, mossa che al momento pare inevitabile.