E se il “metodo” Italia di contrasto al coronavirus non fosse il migliore al mondo? «Stiamo finalmente vedendo i risultati, non sarebbero avvenuti senza le misure di contenimento. Questa è la ragione per continuare a fare i sacrifici: quanto verranno prolungati lo decideranno Conte e il Governo, proroga ci sarà, ma l’intervallo lo decideranno loro»: così ha spiegato poco fa in conferenza stampa dalla Protezione Civile il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, ribadendo quanto spiegato da giorni tanto dai membri Oms e dallo stesso Premier Conte oggi nell’intervista a El Pais (“rifarei tutto quanto se tornassi all’inizio”). Ebbene, secondo uno studio di Harvard le misure italiane non solo non sarebbero da seguire ma sarebbero del tutto insufficienti per fronteggiare il coronavirus e questo spiegherebbe perché l’Italia ha il dato sui morti più alto al mondo e sui contagi viene dopo solo agli Stati Uniti.
Secondo l’analisi della rivista scientifica Harvard Business Review l’Italia ha compiuto «molti errori» nel rispondere all’ondata Codiv-19 che ha travolto mezzo mondo: «Anche se parte della crisi può avere avuto sviluppi che non potevano essere sotto il pieno controllo dei legislatori», sono diversi i punti che mettono in evidenza quanto i leader del Governo «abbiano affrontato troppi ostacoli nel riconoscere l’entità della minaccia rappresentata da Covid-19, nell’organizzare una risposta sistematica e nell’apprendere cosa fare dai primi successi e fallimenti». Secondo lo studio scientifico, il coronavirus avrebbe richiesto fin da subito «una mobilitazione simile alla guerra in termini di entità delle risorse umane ed economiche».
STUDIO HARVAD BOCCIA IL “METODO” ITALIA: ECCO PERCHÈ
Se il primo studio Harvard di qualche settimana fa aveva lodato la decisione di chiudere negozi e attività per un primo “lockdown” oggi seguito dopo l’Italia da numerosissimi altri Paesi, questo secondo report arriva a sottolineare tutti i punti critici nei quali il Governo Conte e il Comitato Operativo Scientifico gli errori li avrebbero commessi eccome. «Fallimento sistematico nell’assorbire e agire rapidamente ed efficacemente in base alle informazioni esistenti», viene definito dagli studiosi, che poi aggiungono «non c’era una completa mancanza di conoscenza di ciò che doveva essere fatto, in quanto c’era l’esempio della Cina». Lentezza, mancanza di organizzazione adeguata e addirittura sottovalutazione dei rischi: il report Usa è durissimo e colpisce ancora l’Italia «I problemi come le pandemie, che si evolvono in modo non lineare (per esempio, iniziano in piccolo ma si intensificano in modo esponenziale), sono difficili da affrontare a causa delle difficoltà nell’interpretare in modo rapido ciò che sta accadendo. Il momento ideale per l’azione è all’inizio, quando la minaccia sembra essere piccola o inesistente, cosa che invece non è avvenuta in Italia».
In pratica, sottovalutando i primi rischi, il tempo di reazione all’emergenza è stato troppo lungo e avrebbe così favorito l’esplosione del contagio: bocciati del tutto le campagne del tipo “Milano non si ferma” del sindaco Sala o gli apertivi nel cuore di Milano organizzati dal Pd di Zingaretti (è tutto citato nello studio), gli esperti attaccano i politici per la loro «incapacità sistematica di ascoltare gli esperti». Altri errori commessi dal Governo e dalle Regioni, secondo lo studio scientifico, sarebbero poi da ricercare nei provvedimenti graduali iniziali («i decreti che in Italia hanno intensificato l’isolamento sociale in modo progressivo. Non è stata una decisione adeguata in quanto non coerente con la rapida diffusione del virus»), che hanno favorito la corsa al sud Italia di migliaia di persone, ma non solo.
Come riporta Repubblica in merito allo studio Usa, l’Italia non si è rivelata all’altezza di tracciare adeguatamente la linea dei contagi: secondo Harvard, Veneto e Lombardia hanno reagito meglio di altre nel fronteggiare il coronavirus, in particolar modo la Regione guidata da Zaia «un maggior numero di test, operatori sanitari più protetti e un più rapido ed efficace tracciamento dei contatti».