Nonostante l’annuncio delle autorità di evitare allarmismi e il panico, la psicosi coronavirus è dilagata. Nella regioni del nord Italia, a cominciare da Lombardia e Veneto, complici i numerosi casi delle ultime ore, non si parla d’altro e sono tantissimi coloro che appaiono realmente preoccupati. Di conseguenze le mascherine sono introvabili, e così anche l’Amuchina (disinfettate per le mani). Il dilagarsi dell’epidemia ha obbligato le autorità a fermare i principali eventi sportivi, a cominciare dalle partite di Serie A Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo e Verona-Cagliari, e come ben si sa, se in Italia si ferma il calcio, allora ci deve essere un motivo più che serio. Chi sarà uscito stamane nelle città del nord, avrà potuto notare anche molta meno gente in giro rispetto al solito, visto che ovunque dilaga la paura che uscendo di casa, si possa incontrare qualcuno positivo e quindi ammalarsi. E basta farsi un giro nei grandi centri commerciali del nord Italia per capirlo. Se prendiamo in considerare l’afflusso di quest’oggi presso l’Orio Center di Bergamo, polo di negozi di riferimento per il nord-est, visitato anche da migliaia di turisti stranieri, i clienti sono meno della metà rispetto al solito.



CORONAVIRUS, CENTRI COMMERCIALI VUOTI: SERRAVALLE, IKEA…

Stessa situazione presso Il Centro di Arese, il centro commerciale più grande d’Europa, situato fra la provincia di Milano e Como, e come l’Orio, meta di milioni di clienti e di turisti ogni anno. Gli accessi mentre vi scriviamo risultano essere molto bassi rispetto alla media del periodo, addirittura molto vicini al terzo del solito. La situazione non cambia se ci spostiamo al nord-ovest, e precisamente all’Outlet di Serravalle (provincia di Alessandria, Piemonte), uno degli store più famosi non soltanto del nord, e dove ogni anno si recano clienti provenienti da tutte le zone d’Italia. Anche in questo caso accessi molto bassi rispetto alla media. Infine, diamo uno sguardo ad un altro polo del nord, meta classica della domenica, l’Ikea di Carugate: alle ore 12:00 l’affluenza risulta essere ben più basso della metà della media di accessi. Insomma, la popolazione delle regioni del nord ha paura ad uscire di casa, e sta evitando i centri affollati come consigliato anche dagli esperti. Un comportamento consono alla gravità della situazione, anche perchè i casi di contagio stanno aumentando di ora in ora.

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