Ricercatori della National Library of Medicine (NLM) americana hanno identificato le caratteristiche genomiche di SARS-CoV-2, il coronavirus che causa COVID-19, e altri coronavirus ad alta mortalità che li distinguono dal altri virus della stessa “famiglia”: questa ricerca potrebbe essere un passo cruciale nell’aiutare gli scienziati a sviluppare approcci per prevedere, con la sola analisi del genoma, la gravità dei futuri focolai di coronavirus e rilevare coronavirus animali che hanno il potenziale di infettare l’uomo.
I risultati sono stati pubblicati questa settimana negli Atti della National Academy of Sciences. La pandemia di coronavirus ha già causato oltre 380.000 vittime in tutto il mondo: la crisi impone l’urgente necessità di comprendere la storia evolutiva e le caratteristiche genomiche che contribuiscono alla diffusione dilagante di SARS-CoV-2.
“In questo lavoro, abbiamo deciso di identificare le caratteristiche genomiche uniche di quei coronavirus che causano gravi malattie negli esseri umani“, ha dichiarato Eugene Koonin, ricercatore e capo autore dello studio sul genoma del coronavirus. “Siamo stati in grado di identificare diverse caratteristiche che non si trovano nei coronavirus meno virulenti e che potrebbero essere rilevanti per la patogenicità nell’uomo. La dimostrazione effettiva della rilevanza di questi risultati verrà da esperimenti che sono attualmente in corso”.
IDENTIFICATO GENOMA CORONAVIRUS: COSA CI DICE?
Utilizzando la genomica comparativa integrata e le tecniche di apprendimento automatico, i ricercatori hanno confrontato il genoma del virus SARS-CoV-2 con i genomi di altri membri della famiglia dei coronavirus e hanno identificato le caratteristiche proteiche che sono uniche per SARS-CoV-2 e altri due ceppi di coronavirus con alti tassi di mortalità, SARS-CoV e MERS-CoV.
Le caratteristiche identificate corrispondono all’elevato tasso di mortalità di questi coronavirus, nonché alla loro capacità di spostarsi da animali a ospiti umani. Queste caratteristiche includono inserimenti di tratti specifici di aminoacidi in due proteine virali e si trovano in tutti e tre i coronavirus ad alta mortalità e nei loro parenti più stretti che infettano gli animali, come i pipistrelli, ma non in altri quattro coronavirus umani che causano malattie non fatali.
“Questa ricerca innovativa è fondamentale per migliorare la comprensione da parte dei ricercatori della SARS-CoV-2 e aiutare nella risposta a COVID-19”, ha dichiarato la direttrice della NLM Patricia Flatley Brennan: “Le previsioni fatte attraverso questa analisi possono informare possibili target per la diagnostica e gli interventi”.