A livello statistico era pressoché difficile pensare che il Coronavirus non arrivasse anche in Africa e purtroppo ora è ufficiale: il primo caso del nuovo coronavirus Covid-19 è stato rilevato in Egitto e riguarderebbe un paziente «straniero», riporta il Ministero della Sanità del Cairo. Negli scorsi giorni di massimo contagio dell’epidemia, gli scienziati dell’Oms avevano avvertito che ci sono Paesi come Egitto, Algeria e Sudafrica che hanno sì alto rischio di importazione del virus ma anche capacità medio-alta di rispondere da un punto di vista sanitario all’eventuale emergenza. Il problema riguarda però tutti gli altri Paesi che seppur con minima o media possibilità di contagio, è purtroppo assai scarsa la capacità sanitaria di potervi far fronte: «Nigeria, l’Etiopia, il Sudan, l’Angola, la Tanzania, il Ghana e il Kenya, che sono di fatto vulnerabili e ad alto rischio», spiegano gli esperti del Istituto nazionale francese di salute e ricerca medica nel rapporto “Preparedness and vulnerability of African countries against introductions of 2019-nCoV”. Proprio ieri il Consiglio dei Ministri della Sanità Ue ha iniziato a trattare l’argomento sull’eventuale contagio del Coronavirus in Africa e purtroppo il giorno dopo arriva la conferma ufficiale di un primo caso positivo (riscontrato, ndr).
CORONAVIRUS IN AFRICA: L’ALLARME ANCHE IN ITALIA
Il ministro egiziano in una nota ha spiegato di aver immediatamente informato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus. È evidente però che dalla crisi migratoria fino al nodo commerciale, la possibilità di allarme Coronavirus in Africa rappresenta un timore anche per il nostro Paese: «non è una buona notizia. Non tanto perché è il primo caso, ma perché significa che il virus si è spostato in un continente debole dal punto di vista della sanità pubblica, della capacità diagnostica e della capacità di risposta», spiega all’Adnkronos Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Sempre l’esperto prova a spiegare quale potrebbe essere il vero rischio per l’Italia e per l’intera Europa dopo la scoperta di un primo caso di Coronavirus nel Continente Nero: «Per prima cosa dobbiamo capire bene la storia di questa persona – precisa sottolineando di non poter fare previsioni così precise all’inizio della lunga trafila di analisi – Da dove viene, che cosa ha fatto, come è arrivato in Egitto, che contatti ha avuto». Di recente il n.1 dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus ha parlato di potenziale “terrorismo” e secondo Ricciardi si riferiva proprio alla possibile epidemia in azione nel continente africano: «pericolo che la diffusione del nuovo coronavirus potrebbe rappresentare in nazioni dal sistema sanitario fragile». Bisogna solo sperare che vi sia una buona ricettività dei sistemi sanitari e in questo l’Egitto, conclude Ricciardi, «non è certamente un Paese fragile».