Papa Francesco lontano dalla gente: è una delle tristi conseguenze del Coronavirus, che ha un primo caso anche in Vaticano. Lui che non sopporta recinzioni e sbarramenti, dovrà adattarsi ad uno stile pastorale nuovo e rinunciare temporaneamente al contatto ravvicinato con le persone. Domenica, ad esempio, non si affaccerà neppure dal Palazzo Apostolico per l’Angelus, ma apparirà in diretta video. Una cosa mai accaduta prima, neppure in tempo di guerra. Il primo contagiato è un sacerdote che aveva preso parte al recente convegno della Accademia per la Vita sull’intelligenza artificiale. Un secondo caso sembrava fosse stato individuato nella Segreteria di Stato, ma poi il portavoce vaticano Matteo Bruni ha annunciato che è risultato negativo al tampone. Il sacerdote contagiato, che si era rivolto al Fas (poi chiuso per disinfezione) e stava facendo accertamenti, proveniva dalle zone del bergamasco. Sono quindi scattate le misure di emergenza. A tempo di record sono stati fatti diversi tamponi. (agg. di Silvana Palazzo)
CORONAVIRUS IN VATICANO, CONTAGIATO IN OSPEDALE
Si troverebbe in un ospedale di Roma il primo paziente risultato positivo al Coronavirus in Vaticano. Lo rivela RaiNews24, spiegando che sarebbe stato portato lì per i controlli. In Vaticano infatti ci sono presidi sanitari, ma non posti di degenza. Il riserbo sull’identità del paziente è massima. Intanto il Portavoce vaticano ha fatto sapere che sono stati sanificati i servizi ambulatoriali che per ora restano sospesi. Inoltre, sarebbero stati sanificati alcuni uffici della Segreteria di Stato, in Terza Loggia. Intanto si valutano nuove restrizioni: ad esempio, si valuta Angelus del Papa solo in video. È allo studio in Vaticano la possibilità trasmettere l’Angelus del Santo Padre domenica 8 marzo solo in video visto che ci sono sempre file e assembramenti, anche se c’è stata una diminuzione di fedeli a San Pietro a causa del Coronavirus. Una decisione simile, riporta l’Ansa, potrebbe essere presa anche per l’udienza generale del mercoledì. (agg. di Silvana Palazzo)
CORONAVIRUS IN VATICANO, PRIMO CASO POSITIVO
Coronavirus in Vaticano: c’è un primo caso di contagio. Lo rende noto il portavoce Matteo Bruni, attraverso una nota in cui precisa che «sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato per poter sanificare gli ambienti». Ieri è stata infatti riscontrata una positività al Covid-19 in un paziente. Ma resta «in funzione il presidio di pronto soccorso». Nel frattempo, la Direzione Sanità e Igiene si sta occupando di informare le autorità competenti italiane, mentre vengono avviati i protocolli sanitari previsti. Il Sars-CoV-2 è dunque arrivato oltretevere. Proprio nelle ultime ore erano arrivate a San Pietro nuovi e più stringenti provvedimenti proprio per contenere l’infezione. Stando a quanto appreso dall’AdnKronos, ad esempio la Direzione Sanità e Igiene del Governatorato ha chiesto di sospendere le riunioni e gli eventi sociali in cui è coinvolto il personale sanitario o quello incaricato dello svolgimento dei servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità.
CORONAVIRUS IN VATICANO, LE RESTRIZIONI AL VAGLIO
Ma in Vaticano si sta valutando anche di provvedere all’affissione delle norme di prevenzione e diffusione dell’infezione da Coronavirus, che sono state emanate dalla Direzione di Sanità ed Igiene (DSI) il 25 febbraio scorso. Questo nei luoghi di lavoro e all’ingresso dei servizi aperti al pubblico, cioè quei luoghi caratterizzati da un maggiore affollamento e transito, oltre che presso gli esercizi commerciali. Si stava anche valutando di sospendere o attuare restrizioni degli accessi a tutte le attività svolte in ambienti chiusi e/o di dimensioni limitate, se c’è una partecipazione di persone tale che non è possibile rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Nei giorni scorsi tra l’altro il raffreddore di Papa Francesco aveva diffuso timori riguardo un eventuale contagio che è stato smentito dal test del tampone a cui è stato sottoposto: è infatti risultato negativo. Ma nuovi provvedimenti in materia di prevenzione possono senza dubbio contribuire ad evitare la diffusione del Coronavirus.