La pandemia da Coronavirus può far ammalare anche gli edifici? Mentre più di qualche miliardo di persone nel mondo è costretto a rimanere in casa e a rispettare le norme di distanziamento sociale, degli studi recente spiegano come alcuni fenomeni si verifichino, lontano dai nostri occhi, all’interno di alcuni luoghi in questo momento deserti e possono essere particolarmente dannosi. Infatti in uffici rimasti vuoti ma pure in palestre e tanti altri posti l’acqua ristagna all’interno delle tubazioni dato che i rubinetti non vengono azionati e in questo modo diventa pericolosa: quando l’acqua non fluisce, alcuni microorganismi e agenti chimici possono cominciare a infestare le tubature di scuole, luoghi pubblici ora chiusi, centri commerciali e altre strutture. Il problema è che a causa di un lockdown così lungo il rischio è che il livello di questi organismi e sostanze chimiche può raggiungere una soglia pericolosa anche in pochi giorni, figurarsi nell’arco di settimane o di uno-due mesi: anche per questo motivo a corredo dei sopra menzionati studi vengono suggerite alcune accortezze per evitare che il Covid-19 faccia ammalare pure gli edifici che frequentiamo e le sue tubature.
CORONAVIRUS ‘FA AMMALARE’ ANCHE GLI EDIFICI
Alcuni ricercatori che si occupano della sicurezza e dell’igiene degli edifici sono preoccupati dal fatto che spesso non si prendono le dovute precauzioni per ridurre la potenziale diffusione di malattie trasmesse attraverso l’acqua malsana o infetta, ribadendo che la pandemia potrebbe fungere da catalizzatore per un fenomeno che esporrà milioni di persone quando faranno ritorno in questi luoghi rimasti chiusi per tanto tempo. Quando l’acqua “invecchia” infatti nelle tubature, diventa pericolosa dato che consente a certi batteri come quelli della Legionella di crescere e proliferare dato che viene a mancare non solo l’afflusso nei rubinetti ma pure la manutenzione dei filtri, delle vasche di raccolta e di tutti gli altri dispositivi coinvolti. Insomma i tubi diventerebbero incubatori di malattie contando che contengono già elevati livelli di piombo e rame. Dunque non solo bere questa acqua sarebbe pericoloso ma anche venirne a contatto per lavarsi ad esempio le mani può portare alcuni microrganismi a infettarci causando malattie che colpiscono non solo i polmoni ma capaci pure di causare nausea e diarrea.
ATTENZIONE ALL’ACQUA CHE RISTAGNA NELLE TUBATURE PERCHE’…
Quale è allora una possibile soluzione? Per evitare questi problemi l’acqua dovrebbe fluire regolarmente dai rubinetti per restare sempre fresca e incontaminata: negli Stati Uniti come è noto vengono aggiunti dei disinfettanti chimici per uccidere certi organismi ma è pure vero che il loro effetto si esaurisce entro un periodo limitato di tempo. Gli enti predisposti alla sanificazione di questi edifici e le autorità governative per la salute di Paesi quali USA, Canada e pure in Europa stanno fornendo nelle ultime settimane dei vademecum e delle indicazioni al fine di mantenere incontaminata l’acqua che resta nelle tubature magari rimpiazzandola o facendola scorrere periodicamente per sostituirla con quella nuova, rimuovendo così i sedimenti che si formano nel corso delle settimane. Questo “turnover” delle acque è fondamentale e non è nemmeno un’operazione così impossibile o dispendiosa se è vero che occorrono secondo alcuni studi poco più di 80 minuti per rifornire di acqua fresca anche il rubinetto più lontano di un edificio di 10mila metri quadri. Insomma, tenere pulite le tubature ed evitare che si sviluppino queste criticità è molto più facile che poi procedere a operazioni di disinfestazione e sanificazione in vista del nostro ritorno in certi luoghi al termine della quarantena.