Sull’emergenza Coronavirus tra USA e Cina lo scontro non è più solo a livello diplomatico. Dopo gli scambi di accuse tra l’amministrazione di Donald Trump e il Governo di Pechino, col primo che beffardamente ha parlato del “virus cinese” e Xi Jinping ha risposto accusando i soldati statunitensi di essere degli untori, nelle ultime ore è arrivato un rapporto da parte dei servizi segreti alla Casa Bianca che porterebbe delle prove secondo cui la Cina non solo avrebbe mentito a proposito della pandemia e delle sua modalità di diffusione ma avanzando delle ipotesi che qualcuno cataloga a metà tra fantapolitica e complottismo e che sicuramente irriteranno ancora di più i cinesi. Secondo quanto si apprende, i servizi sarebbero arrivati alla conclusione che Pechino sta sfruttando volutamente l’emergenza sanitaria che oramai ha investito su tutto il continente per recuperare terreno dal punto di vista economico e per far fronte alla difficile situazione interna. Non solo: a rendere ancora più complesso il quadro ci ha pensato la notizia che rivela come alcune forze militari del Paese asiatico stiano conducendo da giorni delle esercitazioni nelle aree del Mar Cinese meridionale, sfruttando la situazione di caos in cui versano la Malesia e soprattutto le Filippine.



CORONAVIRUS,  L’INTELLIGENCE USA ATTACCA LA CINA: “HA MENTITO SULLA PANDEMIA”

Insomma quella che ha innescato la pandemia da Covid-19 nel mondo non è solo una emergenza economica, un disastro umanitario e una delle peggiori congiunture economiche della storia moderna ma anche una guerra diplomatica con implicazioni geopolitiche: e proprio in vista delle prossime elezioni presidenziali negli USA, la Casa Bianca vuol recuperare terreno dopo essere stata criticata nell’aver risposto tardi ai primi focolai di contagio nel Paese mettendo nel mirino Pechino che, dal canto suo, avrebbe tutto l’interesse a screditare non solo Trump ma anche il modo abbastanza farraginoso con cui le varie democrazie occidentali stanno cercando di contenere la pandemia. Anzi il fatto che gli Stati Uniti da qualche giorno siano diventati lo Stato col maggior numero di contagi è un nervo scoperto: basti pensare al fatto che la definizione di “virus di Wuhan” voluta da Mike Pompeo, Segretario di Stato, non è proprio andata giù a Xi, e che le risultanze dell’intelligence confermerebbero che Pechino ha falsificato alcuni dei dati sulla pandemia. Intanto alle succitate esercitazioni militari cominciate dalla Repubblica Popolare, gli USA hanno risposto con medesime azioni condotte dal cacciatorpediniere Barry. Tuttavia, come riportano diversi organi di stampa Oltreoceano, ad alcune “colombe” dell’amministrazione Trump non garba questa escalation e preferirebbero in questa fase non tirare la corda con la Cina. Tuttavia, se tregua sarà, lo sarà solo armata e prima o poi il risentimento che cova sul fondo e i veri motivi dietro questa sorta di “soft war” verranno a galla una volta che l’emergenza sarà alle spalle.

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