Quando un paziente si ammala di coronavirus o covid-19, come viene chiamato in termini tecnico-scientifici, produce una vera e propria tempesta infiammatoria (cosiddette citochine). Stando a quanto riportato dai colleghi di medicalfacts.it, alcune persone, grazie a questa reazione, riescono ad attivare il sistema immunitario per combattere il virus, mentre altre, soprattutto gli anziani e quelli con patologie pregresse, producono troppe citochine che a loro volta danneggiano i polmoni, creando dei veri e propri buchi in cui si accumula il liquido (da qui derivano le difficoltà respiratorie e la necessità di venire intubati). Nei casi peggiori, le citochine infiammatorie riescono ad uscire dai polmoni attraverso il sangue, raggiungendo anche altri organi, andando ad intaccarli seriamente con conseguente alta mortalità. La citochina infiammatoria è di diversi tipi, ma quella a cui si fa riferimento nell’infezione da covid-19 è l’interleuchina-6.



CORONAVIRUS E INTERLEUCHINA-6: COME FUNZIONA?

Una volta che viene rilasciata, questa lega al suo recettore IL-6R, dando vita a numerose azioni pro-infiammatorie, come ad esempio la produzione della proteina VEGF dei fibroblasti, delle proteine pro-infiammatore e pro-coagulanti del fegato, anticorpi diretti contro il virus, e i linfociti Th17 che servono per eliminare direttamente il temuto covid-19. Come detto in apertura, però, un’azione moderata dell’interluchina-6 è fondamentale per combattere il coronavirus, ma un’azione esagerata può essere invece devastate, in quanto, in molti casi, si producono una serie di anticorpi e linfociti che vanno ad attaccare gli agenti infettivi e nel contempo anche le nostre stesse proteine, rivelandosi quindi dannosi. In poche parole, come ricorda medicalfacts.it “il sistema immunitario perde il controllo e attacca i nostri stessi organi”.



IL TOCILIZUMAB PUO’ AIUTARE, MA A VOLTE PUO’ ESSERE DANNOSO

Per bloccare quest’azione auto-dannosa c’è il farmaco Tocilizumab, anticorpo monoclonale che viene utilizzato per curare l’artrite reumatoide, e che in queste settimane abbiamo imparato a conoscere proprio perchè sarebbe (il condizionale è d’obbligo) efficace contro il covid-19. Solamente un’analisi più lunga nel tempo e con maggiori casi, permetterà però di capire se il farmaco suddetto sia realmente efficace e trarre le dovute conclusioni: adesso è ancora troppo presto. Sono infatti ancora molte le domande a cui mancano risposte, a cominciare dal sottolineare che il Tocilizumab non intacca il virus in se e per se, ma blocca l’azione dell’interleuchina-6. Di conseguenza, per quei pazienti che sviluppano una tempesta infiammatoria adeguata, il farmaco di cui sopra non ha alcun effetto, se non essere addirittura deleterio. Inoltre, se il paziente è già in gravi condizioni, anche il Tocilizumab potrà fare ben poco.

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