Il Coronavirus sta mettendo in grave difficoltà anche l’Iran, che nella sola giornata di domenica 15 marzo 2020 ha registrato oltre 100 decessi (113, per l’esattezza), che rappresentano il picco massimo toccato finora nel Paese. Il Ministero della Salute iraniano ha annunciato che il numero dei morti ha raggiunto quota 724 e che i casi di Covid-19 confermati sono ormai quasi 14mila. Si teme, tuttavia, che il totale delle infezioni in Iran sia molto più alto dei contagi riportati dal governo. Lo stato mediorientale è stato indubbiamente molto lento nell’adottare le misure atte a rallentare la diffusione del virus e, nonostante questo il presidente Rouhani pare intenzionato a tirare dritto per la sua strada: non solo ha ufficialmente escluso l’ipotesi di una quarantena generale, ma ha anche asserito che il governo sta lavorando per mantenere aperti e accessibili i confini. Pensare che basterebbe guardare ai propri vicini di casa per comprendere cosa sia meglio fare: in tutto il Medio Oriente sono state imposte restrizioni di viaggio drastiche, sono stati annullati eventi pubblici e sono state invitate le imprese non essenziali a chiudere per le prossime settimane. Numerose scuole e università sono attualmente chiuse.



CORONAVIRUS IRAN: 724 MORTI E QUASI 14MILA CASI. SANITÀ IN GINOCCHIO

Il rapido diffondersi del Coronavirus in Iran sta preoccupando soprattutto il sistema sanitario nazionale, che potrebbe non essere sufficientemente attrezzato per affrontare un’epidemia di tale entità. “Se la tendenza continua, non ci sarà abbastanza capacità”, dichiarano fonti mediche ufficiali, che raccontano di come l’Iran disponga di circa 110mila letti d’ospedale, di cui 30mila a Teheran. Le autorità si sono già impegnate a creare cliniche mobili in caso di necessità, ma a spaventare oltremodo la nazione (e il mondo intero) è che una buona parte di coloro che sono deceduti per il Coronavirus erano sani, ovvero non presentavano patologie pregresse o quadri clinici complicati già in partenza. Una rara ammissione, di questi tempi, che contribuisce però a chiarire che il Covid-19 non uccide soltanto i malati o la popolazione più anziana: basti pensare che, proprio in Iran, il 15% dei deceduti aveva meno di 40 anni. Il 55% dei morti, inoltre, non poteva neppure definirsi troppo in là con gli anni (under 60).



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