Fra i migliaia di pazienti contagiati dal coronavirus in Cina, anche il medico che per primo lanciò l’allarme sulla diffusione dell’epidemia. Si tratta del 34enne Li Wenliang, che inizialmente venne screditato dalle autorità, quindi minacciato dalla polizia, e arrestato assieme ad altri suoi sette colleghi, perchè aveva invitato amici e conoscenti a “proteggete le vostre famiglie”. Subito dopo la diffusione del virus, però, la magistratura aveva rivalutato la posizione del dottore, che ne è poi divenuto un simbolo. Li Wenliang è divenuto di fatto l’emblema del modus operandi iniziale della Cina, che optò per una non diffusione della notizia del virus, per evitare il panico, per poi arrendersi all’evidenza dei fatti e fare mea culpa. Quando Li Wenliang è stato rimesso in corsia per poter curare i vari pazienti, è stato contagiato anch’egli, come ha svelato in un’intervista alla Cnn lo stesso medico. Il 34enne ha accusato i primi sintomi il 10 gennaio, poi dal 12 è stato ricoverato, ed ora è in cura. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS ITALIA E MONDO: TERMOSCANNER NEGLI AEROPORTI

Da oggi verranno svolti controlli con termoscanner su tutti i voli che arrivano in Italia, sia dall’Europa che dal resto del mondo: mentre prosegue il blocco dei voli da e per la Cina, la task force del Ministero della Salute diretta dal commissario straordinario Borrelli annuncia le nuove disposizioni per provare a limitare ancor di più il contagio del Coronavirus. Solo a Roma Fiumicino per il momento il controllo con termoscanner verrà svolto su tutti i passeggeri in arrivo nel nostro Paese tanto per i voli nazionali quanto per quelli internazionali: per tutti gli altri scali d’Italia invece i controlli specifici verranno attuati per gli aerei in arrivo da ogni parte del mondo, Europa inclusa. Negli aeroporti senza la strumentazione, ha spiegato il commissario Borrelli, i controlli saranno effettuati da volontari medici e paramedici della Croce Rossa Italiana e di altre associazioni di Protezione Civile con i termometri a pistola. Nel frattempo l’ordine già lanciato dal nostro Paese negli scorsi giorni viene seguito a ruota da Francia e Gran Bretagna: «A titolo precauzionale si raccomanda ai francesi, in particolare le famiglie, che non abbiano ragioni essenziali per rimanere in Cina, di allontanarsi temporaneamente dal Paese», spiega il Ministero degli Esteri di Parigi, esattamente come poco dopo ha richiesto il suo omologo inglese. Sotto il profilo della lotta al contagio, da segnalare solo nelle ultime due ore l’annuncio sulla negatività dei risultati dei test sul Coronavirus a Napoli (due cinesi con sintomi simili) e un caso anche a Genova.



FEDERAZIONE MEDICI: “CORONAVIRUS IN LABORATORIO? FAKE NEWS”

Il coronavirus non è stato assolutamente prodotto in laboratorio, come alcune notizie, ovviamente fake, vogliono farci credere. A smascherare questa bufala sono i medici della Fnomceo, la Federazione nazionale dei medici, che attraverso un articolo pubblicato sulla rubrica ‘Dottore, ma è vero che?’, mettono appunto in guardia da queste notizie false. “La tendenza a cercare un colpevole per una catastrofe è antica come il mondo – fanno sapere dalla Federazione – davanti ad un evento che spaventa, infatti, trovare un colpevole aiuta a convogliare la paura in rabbia”. Quindi gli stessi medici aggiungono: “Proprio nella città di Wuhan esiste un laboratorio di massima sicurezza per lo studio degli agenti patogeni più pericolosi, il National Bio-Safety Laboratory, che dal 2017 è autorizzata a trattare microrganismi come il virus di Ebola. Non abbiamo però nessuna prova, e nemmeno un indizio, che il nuovo virus sia stato prodotto in laboratorio”. Sembra invece molto più probabile, come già ipotizzato negli scorsi giorni, che l’epidemia sia partita da un pipistrello, poi trasmessa ad un uomo. Lo stesso virus della Sars, la conclusione dell’articolo, “è emerso dai pipistrelli in Cina, quando non esistevano nel grande Paese asiatico centri di ricerca così avanzati”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS ITALIA E MONDO, OMS “NO PANDEMIA”

Nel consueto bollettino delle ore 12 dell’Ospedale Spallanzani di Roma arrivano pessime notizie per gli unici due contagiati da Coronavirus attualmente in Italia, ovvero la coppia di turisti 60enni ricoverati da una settimana: si aggravano le loro condizioni a causa di una sopraggiunta insufficienza respiratoria «è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva», recita il bollettino dello Spallanzani. Non solo, le condizioni sarebbero «compromesse e stazionarie» e il tutto sarebbe previsto dalla letteratura in merito che si sta aggiornando in questi giorni sui 20mila casi di Coronavirus in tutto il mondo. Sono stati somministrati dei farmaci antivirali «sperimentali» per accompagnare l’assistenza medica anche se, come noto, ad oggi non esiste un vaccino o un antibiotico per combattere il virus. Sempre allo Spallanzani sono ad oggi ricoverati 11 pazienti sintomatici tutti provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia: «Tutti sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus» e si è in attesa di risultati, mentre gli altri 26 pazienti sono stati dimessi perché di fatto negativi al test. Intanto a livello mondiale interviene di nuovo l’Oms per lanciare un nuovo aggiornamento sullo status del Coronavirus, affermando con la direttrice dipartimento Preparazione mondiale ai rischi infetti, Sylvie Briand «l’epidemia di polmonite virale da coronavirus determinatasi in Cina non costituisce ancora una pandemia. Attualmente, non siamo ancora in tale situazione».

ALLARME CORONAVIRUS IN CINA “RISCHIO 150MILA CONTAGI”

Prima le buone notizie: il 17enne italiano bloccato ieri mattina sull’aereo che avrebbe dovuto riportato in Italia per alcune linee di febbre, non ha il Coronavirus. I risultati del test sono giunti questa mattina e ora la Farnesina sta cercando di organizzare il fatidico viaggio di ritorno per il giovanissimo rimasto separato dagli altri italiani pochi istanti prima di partire per Pratica di Mare; sempre dal’Italia, il Ministro Speranza ha fatto scattare un altro provvedimento dalla task force del Ministero per portare maggiori controlli su porti e aeroporti, con anche più personale medico e sanitario alle frontiere. In merito alla polemica sollevata ieri sulla richiesta delle 3 Regioni del Nord (Lombardia, Veneto Friuli Venezia Giulia) per l’isolamento degli studenti provenienti dalla Cina nelle ultime 2 settimane, interviene il Premier Conte che attacca i Presidenti della Lega Fontana, Zaia e Fedriga «Invito i governatori del Nord a fidarsi di chi ha specifiche competenze per tutelare i cittadini dal contagio da coronavirus. Nessuno pensi di approfittare del coronavirus per manifestazioni discriminatorie o addirittura di violenza». Nel frattempo, ad allarmare i prossimi giorni di decisiva lotta contro la diffusione del contagio globale del virus cinese, interviene il giudizio di Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa e uno specialista in tema di virus ed epidemiologia: intervistato dalla Stampa l’esperto spiega «Prendete gli ultimi dati sui contagi da coronavirus, moltiplicateli per 10 e avrete un’approssimazione di ciò che sta avvenendo in Cina: 150mila casi. Ma, per quanto contraddittorio possa sembrare – conclude la sua analisi -, è assurdo farsi prendere dalla psicosi. I numeri possiedono logiche sotterranee che spesso ci sfuggono».

CONTAGIO CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO

Mentre negli ultimi giorni l’epidemia e le vittime del Coronavirus sembravano essersi “rallentate”, le ultime 24 ore sono state drammatiche: la mappa del contagio conta 20659 infetti in tutto il mondo (20467 nella sola Cina) e purtroppo 427 morti, di cui 413 solo nella provincia di Hubei (la città di Wuhan). Il dramma del Coronavirus, che continua a spaventare anche l’Italia dove però restano “solo” 2 i contagi e pure in buone condizioni, alza l’emergenza a livello globale: nell’ultimo giorno 64 decessi solo nella provincia di Hubei, il primo morto a Hong Kong e in Giappone il Governo di Tokyo ha messo sotto quarantena un’intera nave da crociera con 3500 persone a bordo perché un 80enne è risultato positivo al Coronavirus cinese. Se ci aggiungiamo il tonfo delle Borse cinesi di ieri alla prima riapertura dopo il Capodanno e il focolaio dell’epidemia, la giornata di lunedì per l’Asia è stata tremenda e non aiuta di certo ad una maggiore “serenità” a livello globale. Guardando ai nostri confini per un attimo, le notizie sono positive visto che i 56 italiani sbarcati ieri da Wuhan stanno tutti bene, compresi i 6 bambini, e sono ora stati messi in quarantena alla Cittadella militare della Cecchignola a Roma: «Mi sembra di rinascere. Ora sono al sicuro. Abbiamo passato una settimana di apprensione, ma adesso siamo più tranquilli», spiega uno dei ritornati, Paolo Ghiddi, dipendente del Gruppo Systema di Fiorano.

CORONAVIRUS IN CINA: CARCERE PER CHI DIFFONDE “INFODEMIA”

Ma allargando l’orizzonte dell’interesse sul Coronavirus, le situazioni che arrivano dai vari Paesi esteri sono tutt’altro che positivi: in Belgio è stato rilevato il primo caso di contagio, mentre con il morto di Hong Kong – un 39enne che prese la polmonite (di cui già soffriva) con Coronavirus passando a Wuhan ad inizio gennaio – la Città-Stato torna nel caos politico per i rapporti sempre più complessi con la vicina Cina. Ieri un sindacato dei medici di Hong Kong ha proclamato uno sciopero generale chiedendo al governo locale di Carrie Lam di chiudere le frontiere con la Cina: assolutamente integrante questo sciopero con quelli che hanno interessato gli ultimi mesi ad Hong Kong, con il Governo troppo filo cinese per i giovani in sciopero che chiedono anche oggi le dimissioni. Nel frattempo, tanto nell’ex colonia quanto soprattutto in patria, il Partito Comunista di Xi Jinping ha lanciato la completa battaglia alla “infodemia”, ovvero alle voci che danno informazioni errate o “sospette” sull’emergenza Coronavirus. L’Alta Corte di Heilongjiang ha previsto fino a 15 anni di carcere per chi «diffonde voci sull’epidemia allo scopo di sovvertire l’ordine costituito», mentre addirittura la pena di morte per chi è scoperto a diffondere intenzionalmente il Coronavirus (7 anni per chi rifiuta la quarantena); il provvedimento è già molto criticato fuori dai confini cinesi, eppure il Governo chiede un ulteriore sforzo ai partner mondiali sul fronte blocco aereo «chiediamo di non imporre un divieto ai viaggiatori cinesi, Allo scopo di rispondere alle necessità dei passeggeri dentro e fuori il Paese, e per garantire gli approvvigionamenti in questo particolare periodo, l’amministrazione chiede alle linee aere di garantire la continuità dei trasporti verso nazioni che non hanno imposto restrizioni di viaggio».