Il Coronavirus non è un problema solo italiano ed è stato “sovradimensionato”: ne è convinto il professor Walter Ricciardi, membro italiano del Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, in questi giorni rincorso e intervistato da numerosi quotidiani e riviste scientifiche. È il caso di “Quotidiano Sanità”, al quale Ricciardi ha dichiarato che “per lasciarci alle spalle il ‘pericolo’ Covid-19 sarà necessario attendere almeno maggio-giugno”, ribadendo che le Regioni non dovrebbero comunicare autonomamente i casi prima di aver ricevuto la convalida da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. “Così non va: come ho già detto, dati di questa rilevanza andrebbero comunicati e gestiti da un unico interlocutore nazionale. Qual è l’organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale? È l’Istituto Superiore di Sanità. Dovrebbero essere loro a convalidare i dati e il Ministero della Salute, successivamente, a comunicarli. Questa è la mia proposta, che fa fatica ad imporsi per la difficoltà nel coordinare tante Regioni”.



CORONAVIRUS, ITALIA ESAGERATA – RICCIARDI: “NON CREDO AL CEPPO ITALIANO”

Walter Ricciardi ha poi asserito ai microfoni di “Quotidiano Sanità” il proprio scetticismo circa l’esistenza del ceppo italiano di Coronavirus. “Non sono affatto persuaso, a tal proposito. Sappiamo che esiste questo nuovo Coronavirus che sta già circolando a livello mondiale. Che poi questo possa avere delle piccole variazioni genetiche può essere una questione con una sua rilevanza solo in termini di ricerca, ma per quanto riguarda la sanità pubblica è un dato ininfluente. Si tratta comunque di un’unica catena di contagio, la circolazione sta diventando ormai pandemica non certo a causa di quello che sta avvenendo in Italia”. Italia che per prima in Europa ha affrontato seriamente la questione connessa al Covid-19, forse addirittura esagerando : “Abbiamo sovrastimato – ha asserito Ricciardi -. Non voglio far passare l’idea che abbiamo sbagliato le diagnosi, ma semplicemente che con un numero così alto di tamponi abbiamo fatto emergere prepotentemente il problema in maniera anticipata rispetto a Germania e Francia. Noi anticipando questa emergenza ci siamo esposti alla pubblica opinione mondiale”.



CORONAVIRUS, ITALIA ESAGERATA – RICCIARDI: “TROPPI TAMPONI, ALL’ESTERO…”

Le ragioni alla base dell’affermazione di Walter Ricciardi sono piuttosto chiare: il professore sostiene che non sia epidemiologicamente plausibile che l’Italia abbia chiuso i voli dalla Cina e conti più di mille casi di contagio mentre la Germania, che non li ha chiusi, alla stessa data ne conti cento. Un gap evidente, che si spiega così: “Da noi sono stati effettuati più di 21mila tamponi e in Germania meno di mille – ha precisato Ricciardi a ‘Quotidiano Sanità’-. A tutto questo dobbiamo aggiungere che l’influenza da Coronavirus presenta nell’80% dei casi gli stessi sintomi di un’infezione respiratoria acuta di grado lieve e ha anche lo stesso decorso”. Da questa analisi si ricava che le sole conseguenze della sovradiagnosi italiana, o meglio, della sottodiagnosi francese e tedesca, sono che in quei posti le persone sono serene e stanno iniziando a preoccuparsi solo ora. “Ma l’immagine di questi Paesi a livello internazionale è ben salda e le loro economie reggono, mentre qui da noi in Italia no e, agli occhi dell’Europa, siamo diventati dei veri e propri ‘untori’ con cui evitare il contatto”. Qualcosa, nella comunicazione, non ha funzionato, insomma…

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