L’indice di contagiosità in Italia è sceso allo 0,8. Lo ha rivelato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli durante la conferenza stampa alla Protezione civile per il consueto bollettino (che non sarà più giornaliero). Questo vuol dire che ogni ammalato di coronavirus in Italia contagia in media meno di un malato. Si tratta di un traguardo che da tempo veniva auspicato e che colloca l’Italia alle spalle della Germania, che invece ha un indice di contagio dello 0,7. Per mantenerlo su questi livelli e provare a farlo scendere ulteriormente bisogna procedere con cinque strumenti secondo Locatelli. «Contact tracing, uso tamponi, dispositivi di protezione individuale, permanenza dei Covid hospital, implementazione dell’efficacia della medicina territoriale». Ma ha aggiunto un fattore altrettanto importante: «La responsabilità dei comportamenti individuali». (agg. di Silvana Palazzo)



CORONAVIRUS ITALIA, PIÙ DI 100 PRETI MORTI PER COVID-19

Fra le categorie più falcidiate dall’epidemia da coronavirus vi è senza dubbio anche quella dei preti. Da quando è scoppiata l’epidemia da covid-19 in Italia, infatti, sono morti più di 100 sacerdoti. Il dato, che parla da solo, è stato comunicato dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha voluto ringraziare le vittime “per il loro essere prossimi al popolo” e “esprimendo ancora una volta il volto bello della Chiesa amica, che si prende cura del prossimo”. Molti i preti che sono impegnati in prima linea nel sociale in questi giorni di emergenza economica e sanitaria, e nel contempo, il fatto di frequentare le chiese potrebbe essere comunque motivo di facile infezione. Altra categoria a rischio è quella dei farmacisti, fra le poche attività ancora aperte al pubblico assieme ai generi alimentari e ad altri. In totale sono dieci le vittime, compresa l’ultima, Camillo Alinovi di Varese Ligure, in provincia di La Spezia. Il 75enne era in terapia intensiva a Sestri Levante, dove è poi deceduto. In totale sono più di 800 i farmacisti infettati da covid-19. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS ITALIA, MORTI RADDOPPIATI AD AOSTA NEL 2020

Stando a quanto riferito dall’Istat, l’Istituto di statistica italiano, i morti in quel della provincia di Aosta nonché in tutta la regione, sono raddoppiati nell’ultimo mese e mezzo, rispetto al 2019. Dal primo marzo fino al 16 aprile 2020, i decessi sono stati in totale 99, mentre un anno fa di questi tempi, le vittime erano state solo 49. Un’impennata, in questi 45 giorni circa, dovuta ovviamente all’epidemia di coronavirus in corso, che ha contagiato tutte le regioni d’Italia, anche la piccola zona situata nell’estremo nord-ovest della nostra penisola. L’Istat comunica anche i dati nel dettaglio dei vari comuni, come ad esempio Saint-Vincent, dove l’incremento di vittime è stato del 112%, passando dagli 8 ai 17 morti. A Sarre, invece, del 125% (da 4 a 9), mentre a Verres addirittura del 150%, da 4 a 10. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS ITALIA, “TREND DISCENDENTE”

I numeri sono ancora importanti, certo, ma “il trend è discendente, con le curve dei contagiati, dei ricoverati e dei deceduti che hanno uno sfalsamento temporale e che trovano evidenza anche nei dati giornalieri”. Con queste parole Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha commentato il bilancio connesso al Coronavirus in Italia, dove complessivamente sono 106 le persone attualmente positive (+1.189 rispetto a mercoledì). Buone notizie anche dalla terapia intensiva: per la prima volta dal 20 marzo scorso i pazienti nei reparti sono infatti scesi sotto le tremila unità (2.936). Dei 106.607 malati complessivi, 26.893 sono ricoverati con sintomi e 76.778 sono quelli in isolamento domiciliare. Aumentano di 525 unità le vittime (22.170) ed è record di tamponi effettuati in un solo giorno: nelle ultime 24 ore ne sono stati fatti 60.999 (1.178.403 quelli totali). Il numero dei contagiati dal Coronavirus in Italia dall’inizio della pandemia (che include morti e guariti) è di 168.941.

CORONAVIRUS ITALIA: AZZOLINA, “A SCUOLA NON SI TORNA”

Mentre il Coronavirus in Italia, seppure sia già stato raggiunto il picco dei contagi, continua in ogni caso a far mantenere alta l’attenzione sotto il profilo sanitario da parte dei vertici nazionali, il mese di maggio si avvicina e, contemporaneamente, si allontana giorno dopo giorno la possibilità di un ritorno sui banchi. L’ha comunicato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nell’ambito di un’intervista rilasciata a “Il Corriere della Sera”, nella quale ha evidenziato che “è sempre meno realistica la possibilità di riaprire le scuole a maggio. Il Governo prenderà a giorni una decisione”. Le sensazioni in merito a tale argomento in queste ore effettivamente inducevano a pensare a un verdetto negativo, ma ora è giunta la quasi ufficialità sulla non ripartenza, anche se il ministro Azzolina ha rimarcato che la promozione ci sarà per tutti, ma le pagelle saranno realistiche, comprensive dei 4 e dei 5. Inoltre, per le famiglie vi sarà “un’estensione del congedo parentale e del bonus baby-sitter”. Dubbi ancora sulla maturità: si sogna l’esame nelle scuole, ma è molto difficile.