Argomento sul Coronavirus che cerchi, bufala che trovi: mentre mezzi di informazione, comunità scientifica e decine di pagine o blog indipendenti cercano di “debunkare” la miriade di fake news che viene veicolata e condivisa ogni giorno tramite i social network anche da personaggi insospettabili e leader politici, nelle ultime ore è stata smascherata una nuova bufala che riguarda la presunta illegalità del modulo di autocertificazione predisposto dal Ministero degli Interni per giustificare gli spostamenti fuori casa o tra i diversi comuni: nello specifico stiamo parlando di un audio diventato virale nelle chat di WhatsApp e che asserisce come il suddetto modulo richiesto dalle forze dell’ordine durante i controlli vada addirittura contro i diritti sanciti dalla costituzione e quindi i cittadini possano muoversi anche non essendone forniti. A smascherare questa falsa notizia che, come spesso accade in questi casi, rischia di ritorcersi contro gli stessi che la diffondono e la usano per convincere i propri conoscenti (rischiando denunce e multe salate a partire da alcune centinaia di euro) è stato il sempre attento portale di BUTAC – Bufale Tanto Al Chilo che ha avvertito dei pericoli insiti a questo audio che continua ancora a circolare.



“L’AUTOCERTIFICAZIONE PER GLI SPOSTAMENTI E’ ILLEGALE”

Nel file audio incriminato di circa 15 minuti la voce di una persona prende infatti a pretesto la presunta registrazione di un fermo effettuato dai Carabinieri e in cui le forze dell’ordine chiedono a un cittadino di identificarsi: niente di illegale come sostenuto dalla bufala dato che il Carabiniere di cui si sente solo al voce sta facendo rispettare le norme vigenti e per svolgere il proprio compito può solo richiedere il documento di autocertificazione, senza necessità di giustificare la propria richiesta. Ovviamente, nel caso sia in borghese, è tenuto a identificarsi prima lui e dare le sue generalità ma questo accade praticamente sempre. Sempre nell’audio diventato virale su WhatsApp si sostiene che nel Decreto emanato dal Governo non si faccia alcuna menzione della stessa autocertificazione, ma anche questo è un passaggio facilmente confutabile dal momento che lo stesso documento non è menzionato dato che secondo la Guardia di Finanza è “una facoltà riconosciuta” al cittadino mentre non si parla di diritti o doveri.



ECCO COME VIENE SMENTITA LA NUOVA BUFALA SU WHATSAPP

Dal passaggio precedente ne consegue dunque facilmente che l’autocertificazione è una possibilità che lo Stato offre ma che può non essere colta anche se in tale caso il diretto interessato dovrà certificare in altra maniera la legittimità del suo spostamento. Insomma, attraverso ricostruzioni lacunose e molto confusionarie si cerca di convincere altra gente che l’autocertificazione sia illegale o che il Decreto non sia in vigore (falso pure questo) mentre l’ultimo passaggio, quello in cui si sostiene che “non si può autocertificare uno stato di salute” è fuorviante dato che non viene chiesto al cittadino di farsi da solo un certificato medico ma solo di dichiarare sotto la propria responsabilità “di non essere sottoposto alla misura della quarantena ovvero di non essere risultato positivo al Covid-19 (fatti salvi gli spostamenti disposti dalle Autorità Sanitarie)”, che è cosa ben diversa, dunque anche se sul momento fossimo positivi al tampone non ci sarebbe alcun problema se qualcuno in precedenza ha diagnosticato la nostra negatività.

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