E’ bagarre in Regione Lazio riguardo la possibilità di effettuare test e tamponi per infezioni da covid-19 all’interno di laboratori privati. Infatti la maggioranza di centrosinistra si è schierata compatta contro la giunta regionale che aveva proposto di vietare la possibilità di effettuare i tamponi nei laboratori privati: molti centri diagnostici privati di Roma e provincia da settimane si sono proposti per fare i tamponi per dare “il nostro contributo alla ricerca epidemiologica sul territorio”. Il consiglio regionale del Lazio nella mattinata di mercoledì ha approvato quasi all’unanimità – con l’eccezione di Fratelli d’Italia, astenuta – una mozione del centrodestra che impone alla giunta di non ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio di permettere ai laboratori privati di effettuare i tamponi. Provvedimento votato anche dai consiglieri del Partito Democratico, ma l’assessore alla sanità D’Amato promette battaglia.



D’AMATO: NON AD AUTORIZZAZIONI A LABORATORI PRIVATI

L’assessore D’Amato sin dall’inizio dell’emergenza coronavirus si è opposto in maniera veemente alle autorizzazioni ai laboratori privati per l’effettuazione dei tamponi. Le intenzioni vedrebbero questo tipo di testa effettuati a pagamento in convenzione con la Regione Lazio, ma per D’Amato non si è mai trattato di un’opzione credibile. Questo ha scatenato da subito la protesta altrettanto forte la rabbia del comparto della sanità privata e in particolare dei centri diagnostici, che hanno iniziato una dura battaglia legale. Il 17 giugno scorso il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da uno studio clinico capitolino, l’Altamedica Artemisia facente riferimento alla famiglia Giorlandino. I giudici amministrativi hanno sentenziato che “nel bilanciamento degli interessi coinvolti, l’interesse pubblico prevalente è quello di eseguire quanti più esami possibile, specie se questi vengono fatti senza oneri per le finanze pubbliche e senza limitare l’accesso ai reagenti per le strutture del Servizio sanitario”. Pronta in merito la controrisposta di D’Amato, che ha esortato i cittadini a “diffidare dai tamponi a pagamento non validati”.



 

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