Il noto immunologo professor Francesco Le Foche, è stato intervistato nelle scorse ore dai microfoni del programma di Rai Radio 2, “I Lunatici”, in onda tutte le notti da lunedì a venerdì, e condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Si è parlato ovviamente dell’epidemia coronavirus, e a riguardo il professore si è detto moderatamente ottimista visto che il virus sembrerebbe essere molto meno aggressivo rispetto ad un paio di mesi fa: “Stiamo andando abbastanza bene. Abbiamo iniziato la fase 2, siamo nel secondo tempo di una partita. Oggi vediamo delle sindromi meno importanti dal punto di vista clinico. Questo potrebbe essere dato da una riduzione della virulenza del virus. Riserviamo la terapia intensiva a casi rarissimi, nel resto dei casi ci troviamo davanti a delle sindromi meno aggressive”. In questi giorni si parla tanto di anticorpi e di test sierologici e a riguardo Le Foche sembrerebbe andarci con ‘i piedi di piombo’: “Dobbiamo essere molto cauti sull’interpretazione di questi test sierologici. Certo è che ci sono dei progressi importantissimi, come per esempio l’anticorpo chimera”.



LE FOCHE: “IN OLANDA NUOVA TERAPIA CON ANTICORPO MONOCLONALE”

Iil docente dell’università La Sapienza di Roma ha citato un importante studio in corso in Olanda: “L’università di Utrecht, in Olanda, ha pubblicato su Nature, di aver sviluppato un anticorpo monoclonale. Un anticorpo fatto in laboratorio che si può riprodurre continuativamente. Questo anticorpo si lega all’arpione del virus e non permette all’arpione del virus di agganciare la cellula. E’ un anticorpo neutralizzante che non è un vaccino. Si chiama immunoterapia passiva. Insomma, è stato trovato un anticorpo che potrebbe essere utilizzato per una terapia”. Come molti altri esponenti del governo e del comitato scientifico, anche Le Foche avverte comunque la popolazione dall’attuare comportamenti sconsiderati: “Tutti i progressi di cui abbiamo parlato non devono far pensare a un tana libera tutti. Adesso la cosa importante è riuscire a curare di nuovo le patologie che abbiamo messo un po’ all’angolo. Penso ai pazienti oncologici – concludi – a quelli che avrebbero dovuto fare degli interventi, a quelli che hanno patologie croniche. Bisogna rivalutare tutte le persone, non occuparci solo del Covid”.

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