Anche Julen Lopetegui ha detto la sua sull’emergenza Coronavirus, e ha parlato – intervistato da Marca – in qualità di allenatore del Siviglia. Storia particolare quella del tecnico, che nel 2018 ha vissuto un tourbillon di eventi: scelto per guidare la Spagna ai Mondiali in Russia, è stato licenziato a pochi giorni dalla prima partita per avere nel frattempo firmato per il Real Madrid – le merengues hanno dato l’annuncio prima del tempo – ma al Santiago Bernabeu l’ex portiere è rimasto pochi mesi perché, dopo un avvio di stagione pessimo e la manita incassata dal Barcellona, è stato esonerato a favore di Santiago Solari. Oggi Lopetegui si è rimesso in carreggiata con il Siviglia, ma il campionato è fermo anche in Spagna e, anzi, nel Paese la situazione non è esattamente buona con i numeri della pandemia in aumento. I dubbi che accompagnano la Liga sono gli stessi dei quali abbiamo già discusso per quanto riguarda la Serie A: il calendario stretto che potrebbe aprire a tanti problemi.



“Tutti abbiamo voglia di tornare a giocare” ha detto Lopetegui, che però si è detto particolarmente realista sulle modalità in cui, eventualmente, il calcio spagnolo riaprirà i battenti. Anche lui, come già altri, hanno sottolineato il fatto che dopo essere stati fermi per due mesi ci sarà bisogno di almeno cinque settimane di allenamenti per essere pronti (almeno relativamente) a giocare una partita ogni tre giorni, “uno scenario che nessuno di noi ha mai vissuto prima”. Inoltre l’allenatore del Siviglia ha detto che questa sosta forzata non è assolutamente da paragonare ad un rientro dalle vacanze estive, che infatti durano molto meno: “Sarà tremendo tornare in campo in queste circostanze” il suo pensiero. Poi, Lopetegui ha tracciato un paragone con la NFL: nel 2011 la lega di football americano aveva dovuto affrontare il tira e molla per l’accordo con i giocatori sui contratti, così che la stagione era stata messa in dubbio.



Quando si è tornati a giocare, di fatto dopo una sosta di tre mesi (i giocatori nel frattempo non si erano allenati), si sono verificate “12 rotture del tendine d’Achille già nel primo mese del ritorno alle attività”. Ecco, Lopetegui teme soprattutto questo è non è il solo: è un argomento molto delicato che andrà affrontato, e il tecnico del Siviglia ha esplicitamente detto che “spero che se arriverà l’ok dal Governo tutti i club avranno il tempo necessario per prepararsi al meglio fisicamente e mentalmente”. E’ lo stesso motivo per il quale, per la prima volta, Giovanni Malagò ha aperto alla possibilità che la nostra Serie A possa concludersi senza tornare più in campo, scenario che a questo punto si sta valutando anche in altri Paesi.

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