In questi giorni il calcio europeo, visto il perdurare dell’emergenza coronavirus, si chiede se sia possibile e in che modalità potrebbe avvenire il rientro in campo per chiudere la stagione regolarmente. Il tema è da tempo dibattuto e ha provocato non poche polemiche: due i fronti contrapposti con il primo a favore del rientro in campo per chiudere la stagione (posizione di Uefa ed Eca, ma pure della Lega calcio nostrana) e il secondo fermamente convinto che non vi siano chance di tornare in campo e che il campionato debba dunque chiudersi in anticipo (filosofia sposata dalla federazione belga, cha ha già sospeso la Jupiler Pro League).
E proprio in favore di questo secondo fronte si è alzata la voce anche del presidente del Brest, club della Ligue 1, che in una intervista concessa al quotidiano francese L’Equipe, ha chiesto ufficialmente lo stop alla stagione. “Dal mio punto di vista, la stagione di Ligue 1 si ferma qui. Il campionato deve finire. La stagione non può riprendere”: il messaggio del dirigente, che pure segnala che saranno lunghi i tempi per superare l’emergenza sanitaria. In questi contesto così drammatico e incerto non avrebbe più senso parlare di calcio.
CORONAVIRUS LIGUE 1, LE SAINT: “NON MANDERO’ I MIEI GIOCATORI A PARIGI”
Pure nel messaggio di Le Saint , in cui si chiede lo stop al campionato francese, leggiamo una naturale preoccupazione per quello che è il futuro del sistema calcio in Francia. Ma prima di tutto rimane la salute dei cittadini: “La salute è un fattore essenziale che ci deve portare a prendere decisioni forti. Il calcio non è la priorità oggi. È un hobby. In ordine di priorità, non viene prima, non viene nemmeno per seconda, ma ben dopo per i francesi. Non hanno il minimo desiderio di entrare in uno stadio e le partite a porte chiuse non fanno sognare nessuno”.
Non solo, perché a rimarcare la propria netta posizione dei confronti dello stop definitivo al campionato nazionale, lo stesso presidente del Brest poi ha aggiunto: “Per me, è fuori discussione che porto la mia squadra a Parigi (dove vi è uno dei focolai maggiori del paese, ndr) a maggio o giugno per giocare la partita di ritorno contro il PSG. I rischi sono troppo grandi. Ho troppo rispetto per i miei giocatori e il mio staff per metterli a rischio”. Dunque il presidente del Brest promuove in atto di responsabilità vista l’emergenza sanitaria, ricordando pure che l’ipotesi di tornare in campo per l’estate per chiudere la stagione anche a porte chiuse, potrebbe non essere la soluzione migliore, anche tenuto conto delle gravi conseguenze economiche che lo stop avrebbe per tutti: “Non hanno senso partite giocate in queste condizioni. Il calcio è qualcosa che condividiamo con gli altri. L’aspetto finanziario è una cosa, ma la salute è molto più importante”.