E’ diventato virale su internet lo sfogo di Gianfilippo Bancheri, sindaco di Delia, piccolo comune in provincia di Agrigento. Il Sindaco non riscontra da parte dei propri concittadini un comportamento responsabile per l’emergenza coronavirus e attacca dal suo profilo ufficiale Facebook: “Una nostra compaesana è stata portata in ospedale per degli accertamenti, un sospetto caso di covid-19 per il quale il tampone è fortunatamente risultato negativo. Detto questo dobbiamo fare attenzione ad alcune situazioni: moltissimi di voi continuano a mostrare cartelli con su scritto “andrà tutto bene.” Mi chiedo, come può andare tutto bene se molti di voi continuano ad uscire tutti i giorni per fare la spesa, invece che una volta a settimana. Come può andare tutto bene se molti di voi continuano a comprare le sigarette: non entro nel merito del vizio del fumo, ma dovrebbero comprarne un quantitativo ingente e fare scorta. Come andrà tutto bene se in tanti continuano a fare benzina, non si capisce per fare cosa, o se continuano a chiamare il parrucchiere a domicilio. A cosa servono questi capelli se bisogna restare a casa? In tanti continuano a chiamarmi per andare a fare la corsetta, perché sono stressati: io corro da vent’anni e a Delia siamo al massimo una ventina, ora tutti podisti sono diventati? L’ultima volta che avete corso è stata la corsa campestre alle elementari.



“I RAPPORTI DI BUON VICINATO SONO SALTATI FUORI ADESSO”

Parole di buonsenso quelle del Sindaco di Delia, seppur a tratti colorite: “Mi chiamano per andare a fare la spesa a Canicattì, ma bisogna fare la spesa in loco e non cercare le crocchette del cane che vendono solo a Caltanissetta. Ci sono persone che escono con i figli che sono tornati da fuori Sicilia, nonostante l’Italia sia tutta zona rossa. Tantissima gente nel weekend è andata ad arrostire carne in campagna o hanno organizzato feste nel condominio. I rapporti di buon vicinato sono saltati fuori tutti adesso, c’è gente che si è messa in venti persone per disegnare un cartellone, alimentando un contagio. Oggi è un obbligo rimanere in casa, non dobbiamo ringraziare loro bensì chi resta in trincea, come medici, vigili, associazioni di volontariato e anche i Sindaci, tutti coloro che restano in mezzo alle strade per proteggere la collettività. Il collega Sindaco di Niscemi mi diceva che la gente “cazzeggia”. Oggi chi resta a casa dice siamo stressati, con playstation, cibo e ogni comodità. I nostri nonni in guerra erano stressati: si gioca con la responsabilità di chi rischia per proteggere chi pensa che i problemi siano sempre degli altri. C’è una pandemia e ci chiedono che non dobbiamo allarmare. Spero che iniziamo a fare i seri, per rispetto di chi sta lavorando e rischiando ogni giorno in questa emergenza.



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