Quella compattezza contro il coronavirus in Italia nella prima fase dell’epidemia si è trasformata in una avversità al rispetto delle regole e del buon senso. E non è mancata neppure una deriva negazionista. Il rischio ora è di fare dei passi indietro dopo i tanti sacrifici dei mesi scorsi. A lanciare l’allarme è il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. «Il virus ha continuato a circolare. È bastato allentare un attimo l’attenzione e c’è stata la ripresa del numero dei contagi», dichiara oggi in un’intervista a Il Messaggero. Oltre a confermare che l’età dei positivi si è abbassata, segnala: «C’è stato anche un incremento dei malati gravi. Questo lo vediamo ormai ogni giorno». Il professor Locatelli spera nel convincimento delle persone, ma invita al rispetto delle regole per contenere la nuova diffusione del coronavirus così da evitare nuove restrizioni. «Per natura io penso sempre che l’educazione e il convincimento siano più importanti della repressione. Però a un certo punto le regole vanno fatte rispettare».



LOCATELLI “EMERGENZA FINITA? FALSA ILLUSIONE”

Quegli stessi italiani che hanno rispettato il lockdown, contribuendo alla diminuzione del numero di positivi, ora mostra uno scarso rispetto delle regole. «Probabilmente i numeri bassi che abbiamo avuto attorno alla metà di luglio e il quasi azzeramento dei decessi hanno dato la falsa illusione che eravamo fuori dal problema», commenta il professor Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Oncoematologia Pediatrica del Bambino Gesù. Nell’intervista di oggi a Il Messaggero spiega che però con quei sacrifici siamo usciti semplicemente dalla fase più drammatica, non abbiamo vinto la “guerra” contro il coronavirus. «Diciamo che si è persa la memoria di quanto è successo nel Paese e del numero dei morti che abbiamo contato in quei giorni». E quindi fa un invito ad un grande senso di responsabilità: «Non si chiedono grandi sacrifici: indossare la mascherina, mantenere distanziamento e lavarsi spesso le mani non sono cose che vanno ad alterare le libertà individuali o a incidere in maniera così pesante sullo stile di vita di ognuno di noi».

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