Il lavoro sviluppato da OnData ha permesso di reperire quelli che sono i dati reali del Coronavirus in Lombardia: estraendo i dati dalla dashboard della Regione (sospesa poco dopo), OnData ha determinato quale sia l’effettiva curva regionale riguardante i contagi e i decessi, ma anche una suddivisione molto più specifica per fasce di età, genere e nazionalità andando a pescare i numeri provincia per provincia. Il tema più interessante riguarda certamente quello dei dati generali, che sono ben diversi rispetto a quelli che vengono emessi dalla Protezione Civile: qualcosa di simile era accaduto nei giorni scorsi con la Regione Marche, che aveva evidenziato una differenza palese nella progressione dei casi da Coronavirus in giorni specifici. Dunque l’argomento torna di attualità e riguarda, probabilmente, il fatto che i tamponi rivelatisi positivi siano retrodatati rispetto alla data del ricevimento in laboratorio, e dunque i dati siano privati del gap per i tempi di analisi.



La differenza dei casi da Coronavirus in Lombardia, rispetto ai numeri della Protezione Civile, è evidente: a partire dallo scorso 11 marzo le cose cambiano e, guardando il grafico specifico, si nota come la Protezione Civile individui il picco nei giorni del 22 e 23 dello stesso mese, mentre la Regione Lombardia si muove secondo una curva decisamente più regolare, con uno sbalzo verso l’alto che data 4 aprile. Da considerare anche il calo dei contagi: per la Protezione Civile c’è stato un nuovo aumento dopo il 9 aprile, mentre la Lombardia fornisce dati in costante diminuzione tanto che ora, come già a fine marzo, i casi di positività dai lei rilevati sarebbero inferiore a quelli dei bollettini quotidiani delle ore 18:00. Non solo: è decisamente sbilanciata anche la curva dei decessi, che per la Protezione Civile ha avuto un picco il 30 marzo e poi è calata in maniera molto meno marcata, laddove per la Regione Lombardia il picco avviene il 23 marzo con 436 morti (che sono meno delle 469 registrate una settimana dopo dalla Protezione Civile e poi si ha quasi un abbattimento dei decessi, arrivati a 51 lo scorso mercoledì prima di un altro aumento.



CORONAVIRUS LOMBARDIA: I MOTIVI DEI NUMERI DIVERSI

Quale sarebbe il motivo di questa differenza? YouTrend lo individua in due fenomeni distinti: primo caso (che sarebbe quello maggiormente occorso), la persona cui era stato fatto un tampone è deceduta e, secondo caso, il tampone è stato fatto dopo la morte ed è occorso del tempo per analizzarlo. Sulle fasce di età ci sono poche novità, anche per la Lombardia abbiamo tanti casi tra gli Over 75 (il 34,4%) e lo 0,7% tra gli Under 18, con un totale di 3 decessi nella fascia Under 18-24 anni. Questi dati tuttavia, come anche quelli legati alla differenza di genere (la percentuale più alta resta tra gli uomini), non possono essere slegati dalla considerazione che in questa Regione i tamponi siano stati fatti a persone che arrivavano in ospedale già gravemente malate, il che porta inevitabilmente ad un aumento dei casi nelle persone anziane. È lo stesso tema della letalità apparente, che cresce in maniera direttamente proporzionale all’età e colpisce maggiormente i maschi: si dice però, come esplicitato, che i tassi di letalità sono minori (anche di molto) nei Paesi in cui i tamponi sono stati fatti a tutti, e questo è un argomento che conoscevamo già.



Infine, possiamo vedere quello che ci dicono i dati di Regione Lombardia circa i casi di Coronavirus divisi per province: è interessante notare come a Lodi, dove è stata istituita la prima zona rossa, non abbiamo avuto un vero e proprio picco che c’è invece stato a Bergamo, provincia in cui i casi sono rimasti alti per 20 giorni. Così anche a Brescia, e in entrambe le zone il picco sarebbe già stato superato; a Milano la discesa è iniziata da poco e lo stesso fenomeno si sta verificando a Monza e Brianza. Il numero più alto di contagi si è finora verificato a Milano con i 542 casi del 9 aprile – né Bergamo né Brescia avrebbero mai superato i 420 casi quotidiani – a Cremona la curva è rimasta stabile e con oltre 100 casi al giorno ma senza mai avere grandi picchi, mentre nelle province di Sondrio e Varese il Coronavirus ha colpito decisamente meno che in altre zone, ma anche in questo caso dovremmo dire che la densità di popolazione e il totale degli abitanti incide sulla statistica.