“Altri 15 giorni così non li reggiamo”: è questo il drammatico appello dei vertici della Regione Lombardia, segnatamente il Governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, che dopo l’estensione della zona rossa a tutta l’Italia per il Coronavirus hanno prospettato misure più stringenti quantomeno per le province lombarde. Si va verso quindi la chiusura dei negozi e di tutte le attività produttive per almeno 15 giorni con lo stop anche dei trasporti “se ci sarà la necessità” ha spiegato Gallera, secondo cui il crescente numero di contagi e l’alto numero di persone ricoverate in terapia intensiva potrebbero causare nel giro di due settimane, a questi ritmi, il collasso del sistema sanitario lombardo con le ovvie e non auspicate ricadute che da tempo medici e scienziati paventano. “A questo punto per 15 giorni proviamo a chiuderci, a evitare qualunque occasione di uscire di casa e soffocare così a diffusione del virus” ha aggiunto Gallera, facendo eco a quanto detto nelle ultime ore dai tre leader del centrodestra dopo il colloquio a Palazzo Chigi col Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. (agg. di R. G. Flore)
CORONAVIRUS, LOMBARDIA, “CHIESTO ULTERIORE IRRIGIDIMENTO”
La Lombardia è intenzionata a chiedere la chiusura totale per almeno le prossime due settimane. A breve il presidente della regione, Fontana, incontrerà il premier Conte, ed esporrà la richiesta: chiusura di tutti i negozi (ad eccezione dei generi alimentari), ditte e uffici per almeno due settimane. Secondo il numero uno lombardo, è questa l’unica strada percorribile per fermare l’epidemia, e la richiesta arriva dopo l’incontro con i 12 sindaci delle province lombarde. “Tutti e 12 i sindaci della Lombardia mi hanno incaricato di chiedere al governo un ulteriore irrigidimento delle misure per interrompere il contagio – le parole a Sky Tg24 di Fontana, che ha finito oggi il periodo di auto-isolamento – è il tempo della fermezza. Ho incontrato i sindaci dei capoluoghi lombardi e il presidente di Anci Lombardia, chiedono tutti la stessa cosa: chiudere tutto adesso, tranne i servizi essenziali, per ripartire il prima possibile. Penso anche a negozi e al trasporto pubblico locale. Le mezze misure – ha aggiunto e concluso – l’abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza”. Parlando a RaiNews24, Fontana ha confermato la richiesta: “Abbiamo bisogno di chiudere misure ancora più rigorose visto che la sanità è quasi in sofferenza. I sindaci che ho incontrato mi hanno incaricato di chiedere al premier un irrigidimento delle misure”. Fontana ha aggiunto che anche Zaia, governatore del Veneto, è d’accordo con la sua richiesta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CORONAVIRUS, LOMBARDIA “STOP TRENI E METRO”
Da questa mattina l’Italia intera è “chiusa” con l’allargamento della zona arancione a tutto il Paese: l’effetto del Decreto 9 marzo però non ferma, ovviamente, l’evoluzione del contagio da coronavirus in Lombardia. L’area più colpita la si può capire anche solo dai numeri impressionanti: 5469 casi positivi, con aumento di quasi mille ogni giorno; 333 morti, anche qui la crescita è altissima giorno dopo giorno; in terapia intensiva 440, ieri 399 e l’altro ieri 359: i ricoverati non in terapia intensiva 2.802, ieri 2.217 e l’altro ieri erano 1.661. Insomma, un caos e un sistema sanitario regionale al limite del collasso: per questo motivo dopo la richiesta di misure più drastiche pervenuta ieri al Governo, Fontana e Gallera chiedono di fare un ulteriore sacrificio in più per i cittadini lombardi. «Quindici giorni di coprifuoco assoluto in Lombardia», è quanto chiede in sostanza l’assessore questa mattina ad Agorà su Rai3. Un “modello Wuhan” come già ipotizzava lo stesso Gallera nella giornata di ieri, prima di avere i nuovi dati impressionanti sulla crescita del contagio da Covid-19 nella Regione tra le più importanti e ricche d’Europa. Si parla di stoppare tutti i trasporti, chiudere le aziende e i negozi, tanto per capirsi subito.
LOMBARDIA CHIUSA: L’APPELLO DELL’ASSESSORE GALLERA
«Noi avevamo già chiesto di chiudere tutte le attività commerciali, perché se io esco per andare a lavorare non posso fermarmi a fare shopping. Ma forse è arrivato anche il momento di inasprire ancora di più le misure», ribadisce Gallera che arriva anche a chiedere al Governo centrale uno stop ove possibile a tutti i tipi di trasporti, metro e treni compresi ovviamente. «Sono arrivato alla consapevolezza che dobbiamo adottare le misure più dure possibili per un arco di tempo molto circoscritto. Gli esperti ci dicono che se non fermiamo il Paese per 15 giorni poi riusciamo a sconfiggere questo virus, fermarlo vuol dire probabilmente chiudere le attività produttive, bloccare i mezzi di trasporto, stare a casa e a quel punto possiamo forse ricominciare in un lasso di tempo molto breve». Gallera non usa mezzi termini o giri di parole per esprimere l’emergenza sanitaria ed economica che ansiano la Lombardia: «Altri 15-20 giorni di una corsa così forsennata di persone al pronto soccorso e alla terapia intensiva noi non li reggiamo». Inevitabile che uno sforzo così pesante per tutte le aziende e i cittadini lombardi richiederà un intervento straordinario in termini economici una volta conclusa il “lockdown”: «E’ chiaro che di fronte a una situazione così straordinaria l’impegno economico del governo per ripartire deve essere straordinario altrettanto», conclude l’assessore al Welfare e Sanità.