Nuove testimonianze dal mondo del calcio, sulla gravità dell’emergenza coronavirus: questa mattina sulle colonne del Corriere della Sera è stato Paolo Maldini, dirigente del Milan riscontrato positivo al Covid-19 assieme al figlio Daniel, a raccontare la sua terribile esperienza col Coronavirus. “Non è una normale influenza, i dolori sono molto forti” le prime parole della bandiera rossonera, che vuole ancora una volta avvertire della gravità di questa nuova pandemia, in primo luogo sottovalutata da molti. E aggiunge sul suo stato di salute: “Sto abbastanza bene, il peggio è passato: ho perso gusto e olfatto speriamo che tornino. Io conosco il mio corpo e i dolori sono particolarmente forti poi senti come una stretta al petto..è un virus nuovo e il corpo combatte un nemico che non conosce”: le parole del dirigente, sorpreso come molti da una malattia nuova e grave, che non può venire sottovalutata.
CORONAVIRUS, MALDINI: IL CALCIO SI E’ FERMATO TARDI
Nella lunga intervista concessa al Corriere Paolo Maldini non può non dire la sua anche sulle contromisure, fin troppo tardive, prese dal mondo del calcio per contestare la pandemia da coronavirus. Per il dirigente del Milan: “Il calcio doveva fermarsi prima. Già giocare a porte chiuse è una violenza per i tifosi e i calciatori”. Ma non solo, anche perché consci di quello che sta accadendo in Spagna come a Bergamo, non si può essere d’accordo con Maldini nell’affermare che è stata “follia” giocare i match di coppa come Atalanta-Valencia, ma pure la sfida Liverpool-Atletico, che si è svolta a porte aperte, “quando già si sapeva che Madrid era focolaio”.
MALDINI: IL CAMPIONATO SI CHIUDERA’
A chiusura del lungo intervento sulle colonne del quotidiano milanese Paolo Maldini si è soffermato non solo sulle fin troppo tardive misure di contenimento del coronavirus in Italia e nel mondo, ma pure su quanto ci aspetterà nel prossimo futuro. Per il dt rossonero infatti “Un finale di campionato ci deve essere e ci sarà” anche se è impossibile ora stabilire il quando, anche perché questo non è “un virus da cui ci si rimette in due giorni”. Deve dunque cautela in questo momento così drammatico, ma poi si deve rimettere al lavoro per dare un epilogo questa stagione, dal finale così complicato e imprevedibile.