Sta terminando il primo giorno di “coprifuoco” a Milano e nel resto della Lombardia per l’arrivo del Coronavirus in Italia. L’obiettivo è contenere l’emergenza, visto che i casi di contagio stanno aumentando. Per tutta la giornata di ieri l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, e il governatore lombardo Attilio Fontana hanno lavorato insieme al governo, e in particolare al ministro della Salute Roberto Speranza, per cercare di individuare le misure giuste. In primis è stata divisa la regione in due zone: una rossa e l’altra gialla. Nella prima rientrano i comuni del “focolaio”, cioè tutti quelli in cui si sono registrati i primi casi di Coronavirus. Il “paziente 1” è il 38enne di Codogno, da dove poi il virus si è diffuso arrivando a Castiglione D’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. In questi paesi è in vigore un decreto del Consiglio dei Ministri che blocca di fatto ogni attività e vieta l’ingresso e l’uscita dei territori. La zona gialla è invece quella che comprende Milano e il resto della Lombardia.



CORONAVIRUS MILANO: COPRIFUOCO PER PAURA CONTAGIO

Cosa prevede l’ordinanza emessa dalla Regione Lombardia? È stata decisa la «sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico». Questo vuol dire che vengono vietati gli eventi con un buon afflusso di persone e le messe. Inoltre, vengono chiusi i centri sportivi, mentre matrimoni e funerali sono possibili, ma a “numero chiuso”, quindi solo per parenti stretti. È stata anche disposta la chiusura dei nidi, delle scuole di ogni ordine e grado, a esclusione di specializzandi e tirocinanti delle professioni sanitarie e salvo le attività formative svolte a distanza. Quindi vengono chiuse tutte le scuole e università, così pure i concorsi. Chiusi anche musei, cinema e tutti gli istituti e luoghi di cultura (come i teatri). Niente viaggi di istruzione, sia in Italia sia all’estero. Chiunque arriva da zone considerate focolai del Coronavirus deve comunicarlo all’Ats competente e stare in “autoquarantena” a casa.



CORONAVIRUS MILANO: DIVIETI E LIMITAZIONI

Chiuse anche tutte le attività commerciali, fatta eccezione per quelle di pubblica utilità e per gli esercizi commerciali per l’acquisto dei beni di prima necessità. I bar, locali notturni e altri esercizi di intrattenimento devono restare chiusi dalle 18:00 alle 6:00 per evitare “assembramenti”. Gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri e dei mercati devono restare chiusi sabato e domenica, quando è previsto il maggiore afflusso, a meno che non siano punti vendita di generi alimentari. Disposta la chiusura invece per le manifestazioni fieristiche. Non sono stati invece presi provvedimenti per i locali con i servizi di prima necessità, come nel caso dei supermercati e delle farmacie, che quindi restano aperte regolarmente. L’ordinanza della Regione Lombardia per il Coronavirus sarà in vigore per una settimana, ma è stato specificato in maniera chiara che c’è la possibilità di prorogarla per altri sette giorni, se ritenuto necessario.

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