Non si tratta di un vero e proprio Decreto – lo diverrà nei prossimi giorni – ma sono una serie di misure straordinarie e urgenti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus che dovrà trovare, il più possibile, l’assist anche dalle opposizioni: «Mi sono premurato – ha inoltre chiarito il presidente del Consiglio – di distribuire a tutti i ministri una cartellina con le proposte che ci sono pervenute in questi giorni dalle forze di opposizioni. Tutti i ministri hanno avuto le proposte di Forza Italia, della Lega e di Fratelli d’Italia per fronteggiare l’emergenza». Il Ministro Gualtieri ha tracciato le prime linee programmatiche su come saranno utilizzati questi iniziali 7,5 miliardi di euro stanziati dal Consiglio dei Ministri: «incrementeremo i finanziamenti destinati al servizio sanitario, alla Protezione civile, alle forze dell’ordine, per fornire assistenza ai malati e limitare al minimo il rischio del contagio». Secondo il Premier Conte lo stanziamento dei 6,3 miliardi in termini di indebitamento (7,5 mld in termini di saldo netto da finanziare) serviranno per le prime sostanziali emergenza, ma non dovrebbero esaurirsi qui: «sono previste misure per sostenere il reddito, finanziare gli ammortizzatori sociali, aiutare le aziende che subiscono l’impatto della malattia», spiega Gualtieri ribadendo che nessuno ad oggi deve perdere il lavoro per colpa del Coronavirus. Ancora il n.1 del Mef annuncia misure «per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario»: ecco qui il testo della conferenza stampa con tutti i provvedimenti messi a regime in data 5 marzo 2020; qui invece si trovano tutti i decreti emanati dal Governo dall’inizio emergenza Covid-19.



MISURE ECONOMICHE PER CORONAVIRUS

Dopo tre ore di Consiglio dei Ministri sono diverse le misure economiche stanziate dal Governo per far fronte all’emergenza Coronavirus in tutta Italia: «abbiamo stanziato l’importo di 7,5 miliardi a sostegno delle famiglie e delle imprese che stanno affrontando questa emergenza. […] È uno scostamento del debito rispetto agli obiettivi programmatici che questo Governo ha preso nella Manovra» ha spiegato il Premier Conte nella conferenza stampa successiva da poco conclusasi. E poi ancora rinvio ufficiale del Referendum del 29 marzo sul taglio dei parlamentari, annuncio del passaggio in Parlamento per discutere dello spostamento di deficit oltre a qualche “sassolino” tolto con opposizioni e stampa in merito agli attacchi personali e all’iter alquanto confuso sulla chiusura delle scuole. Dopo il Decreto del 1 marzo e il nuovo Dpcm del 4 marzo (quello con tutte le misure sanitarie anti-contagio con validità da oggi, ndr) ecco l’arrivo del terzo decreto con una parte delle misure economiche e di aiuti per imprese e famiglie: «sono risorse significative e ci consentono di fare fronte alle esigenze immediate dell’emergenza», ha spiegato il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervenendo subito dopo il Premier Conte in conferenza stampa, ribadendo poi «il nuovo decreto non esaurisce gli interventi necessari: il governo è al lavoro per accelerare lo sblocco degli investimenti e il sostegno alla crescita».



PROSSIMI DECRETI ECONOMICI: LE NOVITÀ DI CONTE

La flessibilità rinnovata e aumentata rispetto ai 3,6 miliardi “inizialmente partoriti” dal Governo dovrà per forza di cose passare dal Parlamento: per questo motivo è già in partenza la lettera all’Ue in cui viene comunicata la decisione del saldo in deficit di 6,35 miliardi (7,5 il costo complessivo in spesa per il Governo), mentre mercoledì 11 marzo, le Camere esamineranno l’autorizzazione allo scostamento di bilancio. Come spiega l’Ansa, nelle prossime tre settimane la Camera lavorerà solo su «atti urgenti e indifferibili». Sul fronte scuola, il Premier spiega la non semplicità nel decidere la misura drastica lanciata ieri e aggiunge che vi sarà un check sulla possibile proroga qualche giorno prima del 15 marzo prossimo (così come avrebbe richiesto lo stesso Comitato Scientifico, non del tutto concorde ieri nell’adottare le scuole chiuse in tutta Italia per un periodo breve di tempo). «Quando dico che ci basiamo su informazioni tecnico scientifiche, non dico che facciamo alla lettera quello che ci dicono i tecnici. Noi abbiamo una responsabilità politica. Valutiamo a tutto tondo gli aspetti in gioco. Noi seguiamo la massima trasparenza. Ma io e i miei ministri ci assumiamo tutta la responsabilità», commenta il Presidente del Consiglio. In merito al referendum invece al momento non c’è ancora una nuova data e dunque si deve parlare di «rinvio sine die»: poco fa il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha annunciato «il governo ha ritenuto opportuno rivedere la decisione circa la data del referendum che era stata fissata prima dell’emergenza sanitaria, allo scopo di assicurare a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un’informazione adeguata. La legge ci consente di fissare la nuova data entro il 23 marzo 2020, in una domenica compresa tra il 50esimo ed il 70esimo giorno successivo all’indizione». L’ipotesi è accorparla insieme alle Regionali ma anche quella decisione “pende” l’emergenza Coronavirus: se non si può rendere effettiva la campagna elettorale nel prossimo mese sarà difficile vedere a maggio un voto tanto importante quanto decisivo come quelle Amministrative in diverse Regioni d’Italia.