Anche il presidente della Regione Liguria esprime il suo cordoglio per la morte di Vittorio Gregotti. L’architetto è morto a Milano a causa della polmonite da Coronavirus. «Addio a Vittorio Gregotti, maestro dell’architettura, ambasciatore italiano nel mondo e papà del nostro stadio Ferraris a Genova. Grazie maestro, custodiremo i tuoi gioielli e vinceremo questa battaglia anche per te», ha dichiarato Giovanni Toti. È intervenuta anche Ilaria Cavo, assessore alla Cultura e allo Sport: «Ci lascia un grande uomo che, con l’architettura, ha inciso sulla cultura del nostro paese e anche delle nostra regione: ha progettato il piano regolatore portuale di Savona, il centro Kennedy della Spezia fino allo stadio Luigi Ferraris, uno dei simboli di Genova». E quindi ha aggiunto: «Lo ricorderemo con l’auspicio, ancora più forte e sentito, che il “suo” stadio, questa bella eredità che ci ha lasciato, possa presto ritornare a vivere». (agg. di Silvana Palazzo)



VITTORIO GREGOTTI MORTO, IL RICORDO DI STEFANO BOERI

Vittorio Gregotti è morto. L’architetto, urbanista e teorico dell’architettura italiano è scomparso all’età di 92 anni per Coronavirus. L’emergenza sanitaria dal virus Covid 19 continua a preoccupare la sanità italiana con contagi e decessi sempre in aumento nonostante le misure del decreto annunciato alcuni giorni fa dal Premier Giuseppe Conte. Una morte eccellente quella dell’architetto che, con la sua creatività e talento, ha contribuito alla realizzazione e risistemazione di Potsdamer Platz a Berlino, del Teatro degli Arcimboldi a Milano, del Gran Teatro Nazionale di Pechino e della Chiesa di san Massimiliano Kolbe a Bergamo. A ricordarlo il collega Stefano Boeri ha detto: “un saggista, critico, docente, editorialista, polemista, uomo delle istituzioni, che – restando sempre e prima di tutto un architetto – ha fatto la storia della nostra cultura. Concependo l’architettura come una prospettiva sull’intero mondo e sulla intera vita. Che grande tristezza”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



VITTORIO GREGOTTI RISTRUTTURÒ MARASSI E MONTJUIC

Purtroppo il Coronavirus continua a fare vittime: i numeri del contagio sono ancora serissimi e tra questi spiccano anche le morti. Vittorio Gregotti è un personaggio illustre che ci lascia, come apprendiamo dal Corriere.it: aveva 92 anni, tra le sue progettazioni ci sono anche stadi come il Montjuic di Barcellona e il Luigi Ferraris di Genova. Nato a Novara nel 1927, ha dunque legato il suo nome anche al mondo dello sport anche se, purtroppo, è anche conosciuto come l’architetto del quartiere Zen a Palermo, in cui le cose non sono andate come sperato: all’epoca Gregotti aveva accusato le infiltrazioni mafiose negli appalti. Dopo l’esperienza di 6 mesi a Parigi ha collaborato con la rivista di architettura Casabella, diventandone direttore per 14 anni; nel 1974 ha fondato la Gregotti Associati con sede a Milano, tra i suoi progetti sono presenti varie strutture in tutto il mondo.



CORONAVIRUS, MORTO L’ARCHITETTO VITTORIO GREGOTTI

Dunque a causa del Coronavirus è morto Vittorio Gregotti, che ha lavorato anche per il Workshop di Praga, ha ristrutturato la sede del Corriere della Sera a Milano e ha progettato il PalaBabele di Cantù, altro lavoro legato al mondo dello sport così come alcune installazioni a Barcellona che sarebbero state utilizzate per le Olimpiadi del 1992. Tra queste, l’ampliamento dell’Olimpico Lluis Companys: l’Espanyol ci ha giocato qui per 12 anni (fino al 2009), il progetto realizzato insieme ad un gruppo di architetti catalani prevedeva l’abbassamento del terreno di gioco di 12 metri e la costruzione di un’altra gradinata sotto quella già esistente, a sezione parabolica e perfettamente ellittica. Sempre Gregotti ha progettato la ristrutturazione del Luigi Ferraris di Genova (in vista dei Mondiali di Italia ’90), scontrandosi con la scarsa visibilità di alcuni settori: lavorando sui singoli settori, così da non chiudere l’impianto durante l’opera, l’architetto ha modificato tutto lasciando solo l’originale ingresso alla tribuna, e realizzando quello che oggi è riconoscibile come uno stadio all’inglese, capienza ridotta (poco più di 40000 spettatori) e tribune a ridosso dello stadio.